Proprio come nel
famoso libro e film Harry Potter anche qui c'è una stanza
misteriosa, nello specifico la depandance, di Villa Ninina residenza
dell' ex ministro Claudio Sajola.
Dal
giorno dell'arresto è rimasta sigillata e nemmeno i Carabinieri
della DIA di Genova vi possono entrare finchè non arriveranno ad
Imperia gli inquirenti direttamente dalla Calabria. A questi ultimi
toccherà onere di esaminare pile e pile di faldoni cartacei presenti
in essa alla ricerca di qualcosa di rilevante per l'indagine anche se
i bene informati sostengono che questa stanza abbia “molto da
dire”.
Quel
che è certo è che ci vorrà molto tempo per mettere insieme tutte
le tessere di questo mosaico che è l'operazione Breakfast. Non
coinvolge infatti solo l'ex ministro dell'interno accusato di
concorso esterno in associazione mafiosa per aver aiutato la
latitanza dell'ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Junior Matacena
condannato a 5 anni di reclusione in Cassazione, ma anche le opere di
riciclaggio della cosca De Stefano e due attentati ai Carabinieri
degli anni '90 attribuiti alla 'ndrangheta.
Scajola
con questo centra poco o niente ma l'ipotesi che la Procura vuole
verificare è se anche lui faccia parte di una “organizzazione
criminale segreta”, per dirla con le carte ufficiali.
Intanto
da Dubai' l'ex deputato latitante Matacena intervistato dall'Ansa si
difende: “Non ho mai avuto rapporti con la mafia. Contro di me c'è
stato un complotto-vendetta. Tutti coloro che mi hanno colpito hanno
avuto delle gratifiche e avanzamenti di carriera nei loro campi di
lavoro”.
Secretate
invece le dichiarazioni fatte da Sajola a Regina Coeli durante
l'interrogatorio durato 6 ore, ma il suo avvocato Elisabetta Busuito
tende a precisare: “Scajola ora è sereno. Attendeva con ansia di
poter incontrare i magistrati e chiarire tutto. E' stato un
interrogatorio lungo – ha spiegato il legale – perchè Scajola ci
teneva a chiarire tutti i fatti. Abbiamo avuto dei magistrati che ci
hanno permesso che tutto si svolgesse in un clima sereno.”
L'ex
ministro non è nuovo a certi scandali. Nel 2010 infatti Scajola
viene citato in giudizio dalla Procura di Roma per finanziamento
illecito ad un singolo parlamentare. A queste accuse seguiranno le
sue dimissioni. Verrà poi assolto dalle accuse nel Gennaio 2014.
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