Stavolta non ci occupiamo direttamente dell' articolo ma vi rimando al blog romanaccio del nostro amico che ne parla. Tutta la verità su quello che non dovete sapere sul FOREX e la rete non vi dice, trattati in modo molto irriverente e ironico.
Ecco il link dell'articolo
ORA BASTA TRUFFE - FOREX
giovedì 29 maggio 2014
mercoledì 28 maggio 2014
50 anni di ricerca dimostrano che le proteine animali attivano il cancro
Può
un’alimentazione priva di proteine animali aiutare a combattere e
prevenire le malattie? Da oggi sembra di si. Da anni orma c'è la
disputa tra le diverse fazioni di nutrizionisti, dietologi, e
chiunque abbia deciso di assumere o no proteine di tipo animale.
Forse ora questa abbiamo una risposta.
Durante
la conferenza tenutasi qualche tempo fa in Italia, T. Colin Campbell
ha dimostrato i risultati di oltre 50 anni di studi e ricerche,
condotti sia da lui che da altri scienziati in tutto il mondo. Sono
dati e informazioni accumulati nel suo rapporto “The
China Study“.
Ma
chi è T. Colin Campbell? è un biochimico statunitense,
nutrizionista, professore emerito di Nutrizione e Biochimica alla
Cornell University, noto per la pubblicazione del rapporto “The
China Study”
sulla
comparazione tra l’alimentazione occidentale e cinese. In seguito
ai suoi studi relativi alla correlazione evidente fra cibo e
malattie, Campbell ha adottato un’alimentazione naturale vegana e
raccomanda la formazione degli operatori medici in tal senso. Nel
2010 in seguito a un’operazione al cuore, l’ex presidente degli
Stati Uniti d’America
Bill Clinton ha
adottato la nutrizione vegetariana raccomandata da T. Colin Campbell
assieme ai colleghi Caldwell Esselstyn e Dean Ornish.
Inizialmente
gli studi sono stati condotti per scoprire l’effetto delle proteine
sul cancro. In principio sono stati condotti su due gruppi di topi,
che sono stati sottoposti ad una dieta di proteine animali, ma con
due dosaggi differenti: ad un gruppo il 20% e all’altro il 5%.
Risultato? Per le prime 12 settimane il cancro negli animali al 20%
di proteine cresceva, non si manifestava, invece, in quegli animali
con il 5% di proteine. Conducendo ulteriori indagini il dottor
Campbell ha scoperto che somministrando regolarmente il 20% di
proteine, il cancro cresce stabilmente, mentre somministrandone il
5%, il cancro si ferma. Tornando a somministrarne il 20% il cancro
riprende.
Insomma
gli studi hanno portato ad un risultato sorprendente: “attivare o
disattivare lo sviluppo del cancro con l'alimentazione”.
Ma
gli studi non si sono fermati qui. In queste indagini, le proteine
animali non sono state annullate, bensì solo ridotte del 5%.
Considerando che il fabbisogno proteico degli umani è più o meno lo
stesso di quello dei topi, noi ne assumiamo da un minino del 10% ad
un massimo del 23% di proteine animali.
Ma
quale proteina hanno utilizzato esperti e ricercatori per attivare il
cancro? La caseina, la principale proteina del latte. Proteina della
soia e del grano, dosate anche ad alti livelli invece non lo
attivano.
Critico
invece il Dott. Giorgio Calabrese,
convinto della necessità
di proteine di origine animale nella
propria dieta.
Il
nutrizionista ha preso le distanze da quanto affermato da Campbell,
sostenendo che la maggioranza degli studi scientifici è ancora
attualmente a favore delle proteine di origine animale. “Equilibrio“,
a detta sua, è la parola giusta. Ma molti oncologi, medici e
studiosi non sono della stessa opinione.
Y.D.
martedì 27 maggio 2014
Anche le Regionali/Amministrative vanno al PD che prende tutto (o quasi)
Dopo
la vittoria record alle Europee, il
Partito
democratico trionfa
anche alle amministrative:
il
centrosinistra strappa
le regioni Piemonte
e
Abruzzo
a
Lega
Nord e
Forza
Italia.
La
scelta della Regione Abruzzo di accollarsi tutta la macchina
organizzativa di gestione e raccolta dati delle elezioni regionali si
è dimostrata errata. I mezzi tecnici in dotazione alla Regione
Abruzzo di fatto non hanno retto al tipo di lavoro che richiede una
giornata particolare come quella elettiva. E se non bastava il
collasso del sistema tecnico ci si è messo anche l’errore
matematico nelle percentuali fornite non avevano come somma obbligata
il 100%. Solo dopo quattro ore è stata diramata una nota ufficiale
che spiegava l'errore come un “problema tecnico del programma”.
Nonostante
questi problemi tecnici il centrosinistra
si impone anche in Abruzzo,
che si è affidato all’ex sindaco di Pescara (non renziano) Luciano
D’Alfonso, con
il 46,6% dei suffragi. Sul neo governatore resta però l’ombra dei
guai giudiziari, considerato come sia imputato per truffa e falso (ma
ha già detto che non si dimetterà in campagna elettorale). Bocciato
l’ex governatore forzista Gianni
Chiodi, passato
in 5 anni dal 48,81% del 2008 al 29,3% ottenuto ieri. Ha pesato sul
voto anche lo scandalo della notte in albergo passata con una signora
promossa dalla sua amministrazione e l’indagine per la vicenda
rimborsi. Delusione alle regionali abruzzesi per il M5S,
con
Sara
Marcozzi che
non ha fatto più del 21%, nonostante sia arrivato anche Grillo per
sostenere la candidata in campagna elettorale. Più indietro il
candidato della sinistra radicale, Maurizio Acerbo, che ha chiuso con
il 3% circa.
Oltre
a conquistare già al primo turno 8
sindaci su 27 capoluoghi di provincia,
comprese le città di Firenze,
con
un plebiscito a favore di
Dario Nardella, Prato e
Pesaro,
altri 11 candidati sono stati i più votati,
con ottime possibilità di essere eletti al ballottaggio
del
prossimo 8
giugno.
Al centrodestra restano soltanto Teramo, Ascoli Piceno, Tortolì
(Ogliastra). Con la parziale delusione di Pavia,
dove
il “rottamatore” azzurro Alessandro
Cattaneo, che
Berlusconi vorrebbe nominare nuovo “capo scouting” forzista con
Toti, è stato costretto al secondo turno fermo al 46,6% (nonostante
sia lontano l’avversario di centrosinistra).
I
democratici sbancano le uniche due regioni in corsa per il rinnovo
dei Consigli e della presidenza. L’ex sindaco torinese Sergio
Chiamparino con
il 47% ha doppiato gli avversari (Gilberto Pichetto per il
centrodestra, al 22,1% e Davide Bono del Movimento
5 Stelle al
21,5%), chiudendo l’esperienza travagliata della giunta Cota alla
guida di Palazzo Lascaris, culminata, dopo ricorsi e controricorsi,
con l’annullamento del voto del 2010 (senza dimenticare lo scandalo
Rimborsopoli). Molto lontani gli altri candidati sindaco: Guido
Crosetto (Fratelli d’Italia) si è fermato al 5,18%, Enrico Costa
(Ncd) al 3,07% e Mauro Filingeri (L’altro Piemnte a sinistra)
all’1,13%. «Ho sempre avuto fiducia nei piemontesi, saranno con
me. Da oggi ci metteremo al lavoro, spero di cambiare verso, per quel
che c’è da cambiare. Il primo atto sarà lavorare per il piano dei
progetti europei e quello di abolire i rimborsi regionali e le
indennità come promesso», ha spiegato.
Y.D.
lunedì 26 maggio 2014
Elezioni Europee. Il PD vince a “scala 40”. M5S secondo partito al 20%
È
stata del 58,6% l'affluenza definitiva alle urne per le Elezioni
Europee registrata in Italia. Lo ha reso noto il ministero
dell'Interno. Nelle europee del 2009 - quando si votò in due giorni
- l'affluenza alla stessa ora è stata del 66,5%. Il calo è quindi
pari a circa 8 punti percentuali.
Nonostante
questo dato, le Elezioni Europee 2014 vedono il Pd
primo
partito con il 40,81% dei consensi (31
seggi),
Movimento
5 stelle secondo
con il 21.15% dei consensi (17
seggi),
Forza
Italia al
terzo posto con il 16,81% (13
seggi).
Dietro Lega
Nord (6,2%,
5
seggi),
Nuovo
centrodestra-Udc (4,4%,
3
seggi),
lista Altra
Europa con Tsipras (4%
e 3
seggi).
Un seggio è poi assicurato al SVP (Sudtiroler Volkspartei).
"È
un risultato veramente straordinario. Otteniamo davvero un risultato
significativo, storico,. Superiamo abbondantemente la soglia storica
del 33,4% di Veltroni. È un voto per il governo del paese".
Così il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, ha commentato i
risultati delle elezioni. "Ora continueremo a lavorare - afferma
-. Il voto ci incoraggia per continuare a governare bene il Paese e
risolvere i problemi e non strumentalizzarli".
ll
partito del premier Matteo Renzi ha conquistato più del 40% dei
voti, un record storico, il miglior risultato di sempre. Un risultato
che, con il passare delle ore e delle sezioni scrutinate, si è
consolidato al punto da diventare inattaccabile. E che porta il Pd a
essere il primo partito del gruppo S&D (Socialisti e democratici
europei), con 31 seggi all'Europarlamento, contro i 27 della Spd
tedesca.
Alla
fine, la campagna elettorale di Renzi, che ha avuto come punta di
diamante gli 80 euro (che ricordiamo saranno solo fino a Dicembre) e
puntato sulle parole "fiducia" e "speranza", ha
avuto la meglio sugli “italiani arrabbiati” di Beppe
Grillo, che scende a poco più del 20%.
Il
Pd infligge dunque ai Cinque Stelle un distacco di venti punti e il
Movimento ottiene un risultato molto inferiore alle aspettative e di
sicuro non sufficiente a porre in discussione la stabilità del
governo.
Il
leader del M5S, arrivato nella sede della Casaleggio Associati a
Milano, non ha rilasciato dichiarazioni ma rivolto ai giornalisti ha
detto: "Siete perfetti". Grillo ha poi registrato e
pubblicato sul suo blog un video dove afferma che “se anche abbiamo
perso non ci arrendiamo e continueremo a fare opposizione per il bene
di questo paese e di chi ancora ci crede.”
E
così, quella che doveva essere la resa dei conti fra Pd e M5s, si è
trasformata in un'iniezione di fiducia da parte degli italiani nei
confronti del partito guidato dal premier e del lavoro fin qui svolto
dall'esecutivo, come sottolinea il vicesegretario dem Debora
Serracchiani. Forza
Italia arriva solo al terzo posto,
attestandosi attorno al 16%, cosa che però potrebbe mettere in crisi
il patto sulle riforme siglato tra Renzi e Berlusconi.
"E'
evidente che è un risultato che non possiamo considerare
soddisfacente. Ma, tenuto conto dell' insieme dei partiti che faceva
parte del Pdl poco più di un anno fa, la percentuale resta più o
meno inalterata se FI si attesta al 17% e Alfano al 4%". Lo
afferma Giovanni Toti, consigliere politico di Berlusconi commentando
i primi dati sulle Europee.
Solo
quarta la Lega Nord ."Il problema è che la destra vince
dappertutto in Europa tranne che in Italia, dunque il problema è che
il centrodestra in Italia non c'è più e quindi bisognerà
reinventarlo". Lo ha detto il segretario della Lega Matteo
Salvini prima di lasciare la sede di via Bellerio, dove ha commentato
lo scrutinio delle europee.
Bicchiere
mezzo pieno per quanto riguarda il leader del Nuovo Centro
Destra Angelino Alfano che affida il suo pensiero a Facebook:"Insieme
verso il futuro. Un milione e duecentomila grazie agli italiani che
ci hanno votato. Sono tantissimi e ci consentono di andare a
Bruxelles al primo tentativo. Abbiamo fronteggiato la tempesta e lo
tsunami non ci ha travolto".
Nichi
Vendola, il leader di Sel, elogia il risultato di Tsipras di cui è
stato lo sponsor politico: "Non abbiamo solo piantato una
bandiera. Abbiamo piantato un seme. Dagli altri sono arrivate parole
ubriache che hanno incarnato mostri. C'è stato un grande spavento e
così Grillo non ha sfondato anzi è arretrato.".
Il
Presidente del Consiglio Napolitano ha seguito l'evolversi dei
risultati da palazzo Chigi e, una volta stilati i risultati
definitivi, si è congratulato con Renzi. Dopo la vittoria il
premier-segretario ha ringraziato tutti con un tweet: “Un risultato
storico. Commosso e determinato adesso al lavoro per un'Italia che
cambi l'Europa #unoperuno #senzapaura”.
Y.D.
Auguri alla Croce Rossa Italiana. 150 anni e non sentirli
Sembra
ancora una giovincella ma ha già un secolo e mezzo. E' la nostra
Croce Rossa Italiana. La
CRI venne fondata con il nome di Comitato dell'Associazione Italiana
per il soccorso ai feriti ed ai malati in guerra a Milano il 15
giugno 1864,
ad opera del Comitato Medico Milanese dell'Associazione Medica
Italiana, ben due mesi prima della firma della Convenzione
di Ginevra.
Il
Comitato inizia subito la sua attività sotto la presidenza del
dottor Cesare Castiglioni, il quale, due mesi dopo la costituzione
del Comitato, viene chiamato a Ginevra, insieme ad altri delegati
italiani, per esporre quanto fatto a Milano e cosa pensa di fare in
avvenire in favore dei feriti e dei malati in guerra. Il 22
agosto 1864 viene sottoscritta, anche dall'Italia, la Convenzione di
Ginevra.
In
occasione dei suoi 150 anni e della sua lunghissima storia e
tradizione, la Croce Rossa Italiana ha organizzato eventi benefici in
tutte le piazze d'Italia, tenendo anche consulti medici e visite
gratuite. Molte iniziative tra cui simulazioni di primo soccorso e
sicurezza stradale hanno condito la giornata dedicata a grandi e
piccini.
Il
tutto è stato organizzato rispettando il particolare momento
storico-economico che tutti noi stiamo vivendo, cercando di coniugare
i festeggiamenti con un modesto impiego di disponibilità
finanziarie, grazie all’aiuto di sponsor e di volontari, i quali
hanno permesso la realizzazione di questo importante compleanno
consentendo di conseguenza di non sottrarre risorse finanziarie ai
compiti assistenziali, la cui domanda è sempre più in aumento.
Un
ringraziamento particolare va' a coloro che lavorano o sono volontari
nella CRI. Persone che giorno e notte dedicano la loro vita al
benessere del prossimo. Per tutte le vite che hanno contribuito a
salvare e salveranno vogliamo dedicargli una parola: grazie.
Y.D.
domenica 25 maggio 2014
Non solo Europa. Si vota anche per le Regionali di Piemonte e Abruzzo e Comunali in tutti Italia
Quest'anno
si era cominciato presto. A Febbraio la Sardegna è stata la prima
regione ad andare alle urne
per le regionali e il 25 maggio toccherà anche a Piemonte ed Abruzzo
per il rinnovo del Consiglio Regionale ma oltre 4000 comuni in tutta
Italia per quello Comunale.
Molto
attese queste elezioni in particolare in Piemonte cercando di non
ripetere i fatti susseguiti alle ultime regionali.
Il
10 gennaio 2014 infatti il TAR del Piemonte ha annullato le
precedenti elezioni del 2010 a causa di irregolarità riguardante la
raccolta firme a sostegno della lista "Pensionati per Cota"
i cui voti, come lista collegata al candidato, furono decisivi per la
vittoria di Roberto Cota.
Il
il 6 marzo il TAR del Piemonte, accogliendo un ricorso del M5S che
chiedeva un giudizio di ottemperanza della precedente sentenza del
Consiglio di Stato, impone a Cota di indire le consultazioni
elettorali regionali entro una settimana dalla notificazione del
provvedimento
e,
contestualmente, nomina commissario ad acta il Prefetto di Torino
in
caso di inadempimento di Cota. Il
12 marzo, giusto in tempo per evitare il commissariamento, Cota
decide di firmare il decreto di indizione delle elezioni regionali,
fissandole il 25 maggio.
Occhio
vigile quindi su queste elezioni che presentano come candidati Sergio
Chiamparino.Il
candidato del Pd assieme a Sel e Italia dei Valori è considerato in
pole position per la vittoria, alla luce soprattutto delle
percentuali trionfanti con le quali venne eletto sindaco di Torino e
visti gli scandali in cui è incappata la giunta di centrodestra
guidata dall'ormai ex governatore Cota.
Gilberto
Picchetto.
Si era pensato per lungo tempo che potesse essere Guido Crosetto di
Fratelli d'Italia il candidato unitario del centrodestra, che invece
ha deciso di puntare su Gilberto Picchetto Fratin, ex senatore e
vicepresidente della Regione Piemonte. La sua candidatura è
sostenuta da Forza Italia, Lega Nord, Verdi Verdi (la lista civetta
dei Verdi che è ormai un classico nel centrodestra) e Grande Sud.
Enrico
Costa.
Il Nuovo Centrodestra non ha trovato l'accordo con Forza Italia e
quindi ha deciso di provare a correre da solo, candidando Enrico
Costa, deputato, viceministro della Giustizia e coordinatore del
Nuovo Centrodestra in Piemonte.
Guido
Crosetto.
Secondo molti analisti, era lui il candidato ideale per unire il
centrodestra e provare a sconfiggere Chiamparino, ma alla fine non si
è trovato l'accordo e non si è riusciti a candidare Guido Crosetto
per l'intera coalizione. Fratelli d'Italia ha allora deciso di
correre da sola con il suo esponente di punta e di natali cuneesi,
nel cui programma c'è il "Piemonte regione autonoma".
Davide
Bono.
Consigliere regionale piemontese per il Movimento 5 Stelle nella
scorsa legislatura, Davide Bono è ora il candidato presidente per le
regionali del 25 maggio. Tra le proposte principali, quella del
reddito minimo garantito.
Mauro
Filingeri.
Infine il candidato de L'altro Piemonte, vale a dire Rifondazione
Comunista con l'aggiunta di Azione Civile e altre sigle
dell'associazionismo, Mauro Filingeri, giovane 36 enne di Torino,
lavoratore in mobilità, coordinatore raccolta firme lista Tsipras in
Valle d’Aosta, con all’attivo un percorso di sindacalista, di
animatore di comitati di lotta dei pendolari.
Niente
scandali regionali invece per quanto riguarda l'Abruzzo, che presenta
come candidati a contendersi
contenderanno la poltrona di presidente quattro candidati.
Gianni
Chiodi è il governatore uscente, ma nei sondaggi viene dato di
rincorsa rispetto a D'Alfonso. Nel suo programma, si parla tanto di
innovazione, eliminazione degli sprechi, competitività, riduzione
della tasse e del debito. Naturalmente, c'è spazio poi per
l'ambiente, che in realtà è da sempre un cavallo di battaglia di
Chiodi.
Luciano
D'Alfonso,
sostenuto da otto liste: Partito Democratico, Regione facile e
veloce, Valore Abruzzo, Italia dei valori, Sel, Partito socialista,
Centro democratico, Abruzzo civico). D'Alfonso ne fa una bandiera
della questione ambientale. E poi affronta il delicato discorso della
sanità, con il recupero dei soldi delle spese "gonfie e grasse
dei global service".
Sara
Marcozzi, scelta grazie alla rete, mette davanti a tutto il turismo,
come fonte primaria potenziale di lavoro in Abruzzo e come
alternativa alle fabbriche. Per fare questo, promette di impegnarsi
sul fronte del recupero di fiumi e mare e di pensare al decoro urbano
delle città. Vuole rivedere la politica dei rifiuti e la
rivalutazione del territorio attraverso un marchio.
Infine,
ecco Maurizio Acerbo che vuole l'alternativa di sinistra al "partito
dell'acqua". Questione morale e difesa dei servizi pubblici sono
le sue armi per ottenere voti. Ambiente e onestà sono le due parole
d'ordine utilizzate in campagna elettorale.
Europa,
regioni e comuni. Prepariamoci ad un fine settimana tutt'altro che
sereno.
Y.D.
martedì 20 maggio 2014
La stanza dei misteri di Scajola. Villa Ninina e i suoi segreti
Proprio come nel
famoso libro e film Harry Potter anche qui c'è una stanza
misteriosa, nello specifico la depandance, di Villa Ninina residenza
dell' ex ministro Claudio Sajola.
Dal
giorno dell'arresto è rimasta sigillata e nemmeno i Carabinieri
della DIA di Genova vi possono entrare finchè non arriveranno ad
Imperia gli inquirenti direttamente dalla Calabria. A questi ultimi
toccherà onere di esaminare pile e pile di faldoni cartacei presenti
in essa alla ricerca di qualcosa di rilevante per l'indagine anche se
i bene informati sostengono che questa stanza abbia “molto da
dire”.
Quel
che è certo è che ci vorrà molto tempo per mettere insieme tutte
le tessere di questo mosaico che è l'operazione Breakfast. Non
coinvolge infatti solo l'ex ministro dell'interno accusato di
concorso esterno in associazione mafiosa per aver aiutato la
latitanza dell'ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Junior Matacena
condannato a 5 anni di reclusione in Cassazione, ma anche le opere di
riciclaggio della cosca De Stefano e due attentati ai Carabinieri
degli anni '90 attribuiti alla 'ndrangheta.
Scajola
con questo centra poco o niente ma l'ipotesi che la Procura vuole
verificare è se anche lui faccia parte di una “organizzazione
criminale segreta”, per dirla con le carte ufficiali.
Intanto
da Dubai' l'ex deputato latitante Matacena intervistato dall'Ansa si
difende: “Non ho mai avuto rapporti con la mafia. Contro di me c'è
stato un complotto-vendetta. Tutti coloro che mi hanno colpito hanno
avuto delle gratifiche e avanzamenti di carriera nei loro campi di
lavoro”.
Secretate
invece le dichiarazioni fatte da Sajola a Regina Coeli durante
l'interrogatorio durato 6 ore, ma il suo avvocato Elisabetta Busuito
tende a precisare: “Scajola ora è sereno. Attendeva con ansia di
poter incontrare i magistrati e chiarire tutto. E' stato un
interrogatorio lungo – ha spiegato il legale – perchè Scajola ci
teneva a chiarire tutti i fatti. Abbiamo avuto dei magistrati che ci
hanno permesso che tutto si svolgesse in un clima sereno.”
L'ex
ministro non è nuovo a certi scandali. Nel 2010 infatti Scajola
viene citato in giudizio dalla Procura di Roma per finanziamento
illecito ad un singolo parlamentare. A queste accuse seguiranno le
sue dimissioni. Verrà poi assolto dalle accuse nel Gennaio 2014.
Camera. 371 si mandano in carcere Genovese: “Entro a testa alta”
Roma – Con una maggioranza di 371 si
e 39 contrari, la camera ha approvato la misura cautelare in carcere
per Francantonio Genovese. Il deputato è accusato di associazione a
delinquere, riciclaggio, peculato e truffa e una volta rientrato in
Sicilia da Roma e si è costituito a Messina.
“Entro a testa alta. Mi sono
costituito per rispetto delle istituzioni”. Queste le parole del
deputato riportate dal suo avvocato Antonino Favazzo che tiene a
precisare: “Un cittadino comune non sarebbe stato arrestato.
Genovese paga per essere un deputato e per la campagna contro la
politica. La dimostrazione è che gli altri indagati sono ai
domiciliari o liberi”.
I legali chiederanno i domiciliari ma
intanto Genovese ha trascorso la prima notte nel carcere di Gazzi e
chi l'ha visto l'ha definito tranquillo.
La città di Messina giace ancora
incredula. Genovese è stato sindaco della città dello stretto,
deputato regionale, segretario regionale del Pd e attualmente era
deputato nazionale.
L'attuale sindaco Renato Accorini
invece usa parole di fuoco contro il suo ex rivale: “Sul piano
giudiziario l'inchiesta farà il suo corso, ma su quello più
generale la sua attività in Sicilia è stata devastante”.
Nei giorni a seguire il voto della
Camera il premier Matteo Renzi ribadisce la posizione del partito:
“Io rispetto Genovese. E' un momento difficile per lui e farà le
sue scelte. Non ho seguito Grillo. Per il Pd tutti i cittadini sono
uguali davanti alla legge.”
Voto contrario all'arresto del deputato
invece espresso da Forza Italia che, secondo Brunetta, avrebbe
preferito una votazione dopo le elezioni per evitare
strumentalizzazioni su un eventuale arresto. Lo ribadisce anche
Silvio Berlusconi dichiarando: “Forza Italia contro l'arresto. Noi
sempre garantisti”.
M5S entusiasta del risultato. Dopo il
fatto, il fondatore del movimento Beppe Grillo posta un tweet sul
popolare social network dove esprime la sua felicità per la
votazione e invita i lettori a guardare le espressioni dei deputati
votanti in un video da lui stesso postato.
Tono poco polemico per Ignazio La
Russa, Fratelli d'Italia, che non ha votato in quanto presidente
della Giunta per le autorizzazioni a procedere: “c'è stata grande
serenità e si è affrontata la cosa in maniera oggettiva senza le
strumentalizzazioni che ho visto dopo in Aula”.
Y.D.
giovedì 15 maggio 2014
Lamborghini Huracan LP 610-4: toro imbizzarrito da 600 cv
Nonostante l'anima tedesca, la
progettazione e la produzione dei modelli della casa bolognese sono
rimasti in Italia. E si vede.
La Lamborghini Huracan ha una linea
elegante ma aggressiva. Come di consueto sul muso si aprono due
enormi prese d'aria, al contrario dei fari che presentano linee più
allungate. I lati riprendono le linee della Gallardo mentre il
posteriore è stato riprogettato con paraurti più alto, quattro
scarichi, alettone integrato nella scocca e fari a led. Da
sottolineare il lunotto posteriore quasi inesistente.
Ma il bello viene ora. Motore V10 da
5.2 litri aspirato, in grado di sviluppare 610 cv e con una potenza
di 455 KW. Grazie alla leggerezza del telaio che presenta una
struttura ibrida in alluminio e fibra di carbonio, la supercar
bolognese ha prestazioni mozzafiato: da o a 100 km/h in 3,2 secondi,
velocità massima di oltre 325 km/h. La doppia frizione a 7 rapporti
rende così rapido il cambio marcia che risulta quasi impossibile
misurarne la velocità.
L'abitacolo mostra particolare
attenzione all'ergonomia con sedili sportivi in pelle, controlli
integrati sul volante e pannello strumenti su schermo da 12,3
pollici.
Il prezzo? Da sogno come l'auto:
201.000 euro base.
lunedì 5 maggio 2014
Elezioni Europee. Stessa “minestra” o il nuovo che avanza?
Le Elezioni Europee sono
ormai prossime e naturalmente sondaggi e proiezioni la fanno da
padrone sui media e sul web. Molti istituti che si occupano di
statistiche dicono la loro con i vari dati raccolti sul campo sia per
quanto riguarda i partiti che il popolo votante. Ma andiamo per
ordine.
Secondo un noto
quotidiano, l'elettorato che si recherà alle urne alle ormai
prossime Elezioni Europee 2014 sarà prevalentemente “anziano”:
il 40% dei votanti, secondo queste stime, avrà più di 54 anni,
mentre la fascia di età compresa dai 18 ai 35 anni verrà
rappresentata da meno di un quarto della popolazione (appena il 23%).
Dati che confermano lo scarso interesse e il sempre meno appeal che
la politica esercita sui giovani ormai da anni. Fatto interessante
riguarda anche il grado di istruzione di coloro che si recheranno a
votare: secondo un sondaggio, il 60% dei votanti ha solo conseguito
la licenza media, mentre la metà degli aventi diritto è per lo più
costituito da casalinghe, pensionati e disoccupati.
La percentuale dei
votanti comunque è data in umento, ma allora chi verrà votato?
Prendiamo in esame diversi sondaggi dei vari istituti che si sono
cimentati in questa ricerca.
Primo fra tutti, grazie
probabilmente anche alle recenti e popolari riforme effettuate dal
Premier Renzi, viene dato il Partito Democratico con il 34%. Subito
dopo viene il Movimento 5 Stelle con il 23%. Segue Forza Italia con
il 19% che, malgrado le vicessitudini del suo leader, si attesta
comunque tra i primi tre. Gli si accoda il Nuovo Centro Destra di
Alfano con il suo 6%.
Sarà che gli indecisi
sono comunque un numero sempre notevole, sarà che gli insoddisfatti
idem, ma ci sono risalite anche dai partiti più “piccoli”.
Malgrado per il momento le percentuali che gli vengono affibiate
siano troppo basse per permettergli di superare la soglia minima del
4%, c'è una risalita di partiti come Fratelli d'Italia con il 3,9%,
Tsipras e Altra Europa con 3,3% e Scelta Europea con 3,2%.
Questi dati sono quindi
il preludio ad un cambio di direzione? Si vedrà. L'arena politica è
sempre più in fermento e le Elezioni Europee del 25 Maggio sono
sempre più vicine.
Y.D.
BMW parte all'Adventure
Sbarca
sul mercato dedicata totalmente agli amanti delle avventure
fuoristrada. Dopo la versione raffreddata a liquido, arriva il
raffreddamento misto aria, creata per quelli a cui l'asfalto va
“stretto”.
La BMW RS 1200 GS Adventure sfrutta il nuovissimo
motore Boxer da 1.170 di cilindrata capace di erogare ben 125 cv a
7.750 giri.
Anche
il questo caso domina l'elettronica: troviamo già nell'
equipaggiamento di serie ABS, controllo di trazione ASC (Automatic
Stability Control) e doppia mappatura del motore, Rain e Road, per
una guida sicura e confortevole su qualsiasi tipo di terreno o
condizione atmosferica. Forniti invece solo come optional le
mappature del motore Pro che permettono di scegliere tra tre diverse
modalità di guida (Dynamic, Enduro e Enduro Pro) e che aggiungono
anche come scelta per la guida in fuoristrada le opzioni Enduro ABS e
Enduro ASC per i maniaci del terreno accidentato.
Ma BMW
ha pensato anche ai lunghi viaggi. La GS ha un serbatoio maggiorato
con un poderoso 30 litri (10 in più della versione precedente),
parabrezza più ampio e grossi deflettori laterali. Il peso rimane
tosto con 264 kg a pieno carico così come il prezzo: si parte da
17.450 euro.
Y.D.
Decreto droga: il si della Camera divide. Ora tocca al Senato
Fino a qualche anno fà
era considerato un tabù anche solo parlarne. Fanno bene, fanno male,
per scopi terapeutici o ricreativi, queste sostanze hanno sempre
causato una forte spaccatura all'interno della società.
Finalmente il governo ha
preso una prima posizione. Con 280 si e 146 no e 2 astenuti la Camera
ha approvato il decreto legge su droghe e farmaci che passa ora nelle
mani del Senato. Il provvedimento si è reso necessario dopo che la
Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legge
Fini-Giovanardi.
Le principali novità
sono sanzioni più basse per lo spaccio di lieve entità. La
diffusione illecita di piccole dosi di sostanze psicotrope sarà ora
colpita con la detenzione da 6 mesi a 4 anni e una multa a partire
mille euro fino ad un massimo di 15mila. In sostanza la riduzione
della pena evita la custodia cautelare in carcere. Il reato non fa'
distinzione tra droghe leggere o pesanti, spetterà quindi al giudice
la pesantezza della sanzione in base alla quantità e qualità della
sostanza spacciata e ad altre circostanze del caso.
L'opinione pubblica si
divide tra chi vede in questo decreto un primo passo verso la
legalizzazione delle droghe leggere ad uso personale e terapeutico
come la Cannabis e i derivati dei cannabinoidi, e chi invece lo vede
come un “errore nel nome del risparmio”.
Favorevole a questo
decreto è il segretario di Radicali Italiani Rita Bernardini: “Noi
che siamo per la legalizzazione delle droghe leggero lo riteniamo un
provvedimento minimo, ma è inizio. Un passo verso un futuro in cui
ci sarà la vera e propria legalizzazione. E' importante la
distinzione tra droghe leggere e pesanti ma il proibizionismo è
ancora in vigore anche se ne sono stati attenuati gli effetti”.
Per la Lega, adirata da
questo decreto, parla il deputato Marco Rondini: “Siamo di fronte a
un governo imbarazzante. Con questo provvedimento schifoso il governo
rimette in libertà tutti quegli immigrati che sono dietro le sbarre
a scontare una pena per spaccio sacrificando la sicurezza della
nostra comunità”.
Oltre al dl sulla droga,
il governo ha anche al vaglio quello sulla prostituzione che però
non è ancora stato presentato, ma dovrebbe avvicinarci di più ai
paesi europei dove la prostituzione è legalizzata e tassata,
favorendo introiti annuali per svariati miliardi di Euro.
Y.D.
domenica 4 maggio 2014
50 ANNI DI FORD MUSTANG
Mezzo secolo. Tanto è
passato dalla creazione della prima Mustang. Nome e simbolo
richiamano i cavalli meticci che correvano liberi nelle praterie
americane.
Era il 1964, la
presentazione del primo modello avvenne sul tetto di New York, il
grattacielo Empire State Building e ad accompagnarlo c'era Bill Ford,
presidente dell'azienda e bisnipote del mitico Henry.
Oggi come allora, per
festeggiare i suoi 50 anni di storia la Mustang torna a 300 metri
d'altezza sul medesimo grattacielo. Non potendo essere issata con gru
causa altezza o depositata da elicotteri causa antenne e correnti,
l'auto è stata smontata in sei parti, messa in ascensore (proprio
così), e rimontata sul tetto con un totale di 54 ore si lavoro.
Risultato eccellente.
Boom sui media di tutto il mondo e attenzione puntata sulla cima
dell'ESB.
Progettata per il mercato
europeo, presenta una motorizzazione tutta nuova. Motore Ecoboost
turbo da 2.3 litri capace di erogare 309 cavalli e un impressionante
407 Nm di coppia. Interni lussuosi completamente in pelle e una buona
dose di tecnologia condiscono la ricetta della nuova muscle car che
promette di far mangiare polvere alle tedesche. Prezzo un po' salato.
Si parte da 35mila euro.
Y.D.
lunedì 28 aprile 2014
BMW vs VW: La guerra delle Ibride
L'ibrido che non ti
aspetti. O meglio, da chi non te lo aspetti. Eh si perchè le due
case Tedesche BMW e Volkswagen hanno deciso di cambiare rotta. Negli
anni ci avevano abituati alla potenza e “cattiveria” dei loro
modelli passando per l'allestimento Serie M e ai motori GTI.
Mirando invece ad
obbiettivi di ecosostenibilità la BMW ha lanciato sul mercato il suo
primo modello ibrido: la BMW i3.
Compatta ma spaziosa, monta un
motore elettrico da 170 cv a trazione posteriore e telaio in
alluminio e carbonio. Autonomia modesta, 160 km, ma con 4.600 euro in
più si può montare un bicilindrico da 650 centimetri cubi in grado
di portare l'autonomia complessiva a 300km. Prezzo base da 36.500
euro.
Le risponde la Volkswagen
con la sua XL1. Molto futuristica è stata più prodotta a scopo
pubblicitario in quanto ce ne sono solo 200 esemplari acquistabili
alla modica cifra di 110mila euro. Ma tranquilli. Le medesime
tecnologie verranno impiegate dalla VW su motori più vicini alle
tasche di tutti e in particolare sulla gamma Golf con i motori GTE.
Monta un motore combinato diesel-elettrico capace di fare 100km con
un litro, grazie anche al corpo vettura realizzato quasi totalmente
in fibra di carbonio.
Y.D.
No a Renzi da Mediaset e Rai: “problemi di par condicio”
Partita del Cuore e Amici
di Maria De Filippi. Questi sono gli impegni a cui il Premier Matteo
aveva garantito la sua partecipazione. Impegni però che ha dovuto
annullare a causa della legge chiamata par condicio che disciplina la
comunicazione durante l'intero anno e in tutte le campagne elettorali
e referendarie.
Malgrado le numerose
apparizioni di questi giorni di Renzi in vari canali televisivi,
scoppia però ora il caso dopo l'intervista fiume a Berlusconi
avvenuta nel salotto pomeridiano di Barbara D'Urso. Un monologo in
piena regola di oltre un ora in cui Silvio Berlusconi ha spaziato
dalle riforme, alle prossime Europee, alla sua vita privata. Mai una
domanda formulata dalla padrona di casa che si è limitata al ruolo
di “spalla”. Trasmissione quella della D'Urso classificata come
giornalistica e quindi rientrante nei termini della par condicio.
In base alla norma
vigente, in campagna elettorale non è ammessa la presenza di
esponenti politici nei programmi di intrattenimento. Renzi non è
candidato alle Europee e in studio ad “Amici” che andrà in onda
il 3 maggio ma che viene registrata prima, avrebbe avuto 3 minuti di
libertà con l'unico vincolo di parlare ai giovani, maggiore target
protagonista e spettatore della trasmissione della De Filippi.
Nonostante tutto il
Premier è anche il segretario del Partito Democratico nonché un
leader politico in carica, da qui il rischio di sanzioni da parte
dell' Autority garante nelle comunicazioni. Con questa motivazione
quindi, Mediaset stoppa la partecipazione alla trasmissione di Renzi,
non nuovo a queste cose.
Qualche giorno prima
infatti vi era già stato il caso della Partita del Cuore. Il Premier
sarebbe stato presente nei panni di calciatore, ma il presidente
della commissione di Vigilanza Rai, il grillino Roberto Fico, ha
definito “inammissibile”la presenza di un esponente politico alla
Partita del Cuore che la Rai trasmetterà il 19 maggio a pochi giorni
dalle Europee.
Sul caso si è espresso
anche il fondatore i Emergency, Gino Strada: “A me interessa che
l'evento si svolga e che si raccolgano fondi per curare le persone.
Tutto il resto sinceramente mi interessa poco”.
Y.D.
Bonus di 80 euro, ma il valore può scendere fino a 53 e aumentano le tasse sugli smartphone
Sono passate appena due
settimane dall'approvazione del decreto legge tanto atteso e
pubblicizzato dal Premier Matteo Renzi sui famosi 80 euro di aumento
in busta paga e sui vari tagli, tra cui Irpef e Difesa, che già
escono alcuni lati oscuri. Dopo il mancato inserimento nel dl delgli
incapienti e delle partite Iva, ora emerge anche un altro dato che
lascia un po' perplessi tutti. Andando infatti ad esaminare più
attentamente il testo e in particolare il secondo comma, non vi si
trova alcuna traccia dell' aumento di 80 euro tanto sbandierato dai
mezzi di informazione, bensì viene precisato che il credito viene
rapportato al periodo di lavoro nell' anno.
Da questa precisazione si
evince che il credito è “teoricamente” di 80 euro, ma in realtà
la cifra reale è di 55,33 euro.
Il testo, infatti, non
indica il valore mensile ma il valore annuo, cioè 640 euro riferito
all' intero valore d'imposta. Questo significa che un lavoratore che
lavora da gennaio a dicembre riceverà, con riferimento a ciascuno
dei mesi in cui ha prodotto reddito da lavoro dipendente, 55,33 euro
(640 diviso 12).
Ma non è tutto. Non
mancano le sorprese e i controsensi.
Continuando ad esaminare
il dl infatti, si nota che curiosamente i redditi tra i 18mila e i
24mila euro annui lordi (chi guadagna tra i 1200 e i 1500 euro al
mese) godrà appieno del bonus, mentre quelli più bassi compresi tra
gli 8mila e i 18mila annui lordi, anziché avere di più avranno di
meno e cioè un bonus del 3,5 % del reddito complessivo, malgrado
siano proprio quelli che ne avrebbero più bisogno. Ma ormai il
BelPaese ci ha abituato a questo gioco dei contrari.
Malgrado questa pecca ai
lavoratori non dispiace questo mini aumento di busta paga anche se,
come abbiamo già trattato sul numero scorso, quasi nessuno di loro
intende immettere sul mercato questa liquidità e quindi non sarà un
incentivo a smuovere i consumi.
Ma se da un lato il
Governo ha concesso ai cittadini questo “zuccherino”, dall' altro
sono pronti nuovi aumenti di tassazione. Uno tra tutti il ritocco al
rialzo dell'equo compenso, il contributo aggiuntivo su dispositivi
come smartphon, tablet o pc. La partita vale oltre 200 milioni di
euro e può comportare un aggravio di oltre 4 euro sul prezzo dei
cellulari che già in Italia sono i più cari d' Europa.
Alti e bassi insomma in
un Paese che sembra cerchi di trovare la strada giusta anche se la
meta appare ancora molto lontana. L'Unione Europea ci da ancora per
lontani da una crescita e lo spettro della Grecia rimane sempre
dietro l'angolo.
Y.D.
martedì 22 aprile 2014
Renzi: “Ecco gli 80 euro”, ma piovono critiche. Trascurati incapienti e partite Iva
#oraics.
Con questo hashtag, 10 tweet e una coferenza - fiume il Premier
Matteo Renzi annuncia il bonus previdenziale e un taglio del 10%
sull' Irap. “Gli incapienti? Decreto più avanti ma non dico
quando”.
Roma
- Con la consueta conferenza stampa – show il Premier Matteo Renzi
ha dato l'annuncio dell'approvazione del decreto legge.
Con
10 tweet pubblicati dallo stesso Renzi, viene riassunto tutto il
decreto comprensivo di tagli, coperture e il famoso aumento in busta
paga.
10
milioni di persone beneficeranno a partire da Maggio di questo taglio
ai contributi Inps. “L'aumento di 80
euro – spiega il Premier - riguarderà i cittadini che guadagnano
da 8mila a 26mila euro l'anno: noi stiamo restituendo agli italiani
qualcosa che è degli italiani, stringendo la cinghia alla Pa e
restituendo libertà ai cittadini. L'Irap sarà ridotto del 10% e
scenderà al 3,5%”.
Per
coloro sotto la soglia degli 8mila euro annui (i cosiddetti
incapienti) però, non c'è stato nessun bonus. La loro esclusione è
segno che le coperture non erano così certe come aveva dichiarato il
Premier nei giorni scorsi, tanto che il bonus è assicurato per i
prossimi otto mesi, poi, dal 2015, dovrà essere la legge di
stabilità a far quadrare i conti. Nemmeno
le partite Iva hanno ricevuto alcun benefit, facendo strocere non
poco il naso ai piccoli imprenditori che già vedono le loro
tassazioni alle stelle. A chi glielo fa notare Renzi risponde:
“Metteremo la voce riguardante gli incapienti e le partite Iva
nelle prossime settimane, mesi. Non do tempi certi perchè nemmeno io
li so ancora”.
Più
che il mero e temporaneo aumento di busta paga, il punto forte di
questo decreto sembrano essere i tagli. Uno su tutti il tetto massimo
agli stipendi dei manager pubblici e ai magistrati di alta fascia di
cui tanto si è parlato, fissato per i 240mila euro l'anno (comunque
quasi il doppio rispetto al presidente del consiglio). Anche il
limite di 5 auto blu per ministero e il taglio sugli F35 sembra avere
un restrogusto sibolico. Più ambizioso sicuramente il dimagrimento
delle municipalizzate o il netto ridimensionamento dei centri di
costo entro tre anni.
Spariti
fortunatamente i tagli alla Sanità e all' Istruzione, sono state
confermate alcune misure una tantum e coperture che porteranno entro
la fine del 2015 quasi 15miliardi. Questi introiti deriveranno
soprattutto dall' aumento dell' Iva, lotta all' evasione fiscale e
rivalutazione quote Bankitalia.
Quest'
ultima indispettisce non poco le banche perchè a conti fatti la
tassazzione sugli istituti di credito raddoppia.
Interventi
meno citati ma altrettanto sostanziosi si abbatteranno su Rai,
elezioni ed editoria. “Non
tocchiamo il fondo dell' editoroia – spiega Renzi – ma non ci
sarà più l' obbligo di pubblicare gare d' appalto e aste pubbliche
sui quotidiani. Vale 100milioni, naturale che gli editori non ne
saranno entusiasti” .
Sul
provvedimento fa il punto anche il ministro dell'Economia, Pier Carlo
Padoan che spiega: "In questo modo riduciamo i costi per le
imprese e aumentiamo i consumi con più spese a parità di reddito.
In questo modo vogliamo sostenere una ripresa lenta e debole".
Ma
non tutti la pensano così. Con un hashtag inequivocabile
(#renzifiglioditroika) il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo,
annuncia come di consueto via web il suo malcontento sul decreto. “Un
lavoratore dipendente – scrive Grillo - con un reddito di 15-16
mila euro con moglie e figli a carico (una platea vastissima di
contribuenti) non percepirà mai alcun bonus perchè quest' ultimo
scatta infatti solo quando l’imposta lorda è superiore agli sconti
già previsti dalle leggi in vigore. I “chimerici” 80 euro
saranno solo un miraggio. Cosi come lo saranno per gli incapienti, i
pensionati e per il popolo delle partite IVA. Questo non si chiama
sostegno, si chiama illusione.”
Critiche
anche da Forza Italia. “Ipotizzando che le coperture esistano e
siano sufficienti – spiega il Capogruppo alla Camera Renato
Brunetta - rimane il fatto che il bonus sarà valido solo per il 2014
e, secondo alcuni sondaggi, chi lo riceverà lo userà o per saldare
debiti o lo accomulerà in risparmi, senza contare che, malgrado i
tagli presenti nel decreto, il debito pubblico continua a crescere”.
Pareri
positivi e contrari dunque dall' ampio ventaglio politico che offre
il nostro paese. In conclusione il bonus fiscale è una misura
positiva ma, come ammesso dallo stesso governo nel DEF 2014, non
serve praticamente a niente per la crescita. L’effetto stimato
sull’aumento del Pil è 0,1% quest’anno, 0,3% nel 2015 e 0,4% nel
2016. La spending review promessa si mangerà l’effetto di stimolo,
visto che per lo stesso esecutivo tagliare la spesa pubblica
determina un effetto recessivo.
Y.D.
Iscriviti a:
Post (Atom)