giovedì 29 maggio 2014

FOREX - OPZIONI BINARIE

Stavolta non ci occupiamo direttamente dell' articolo ma vi rimando al blog romanaccio del nostro amico che ne parla. Tutta la verità su quello che non dovete sapere sul FOREX e la rete non vi dice, trattati in modo molto irriverente e ironico.


Ecco il link dell'articolo

ORA BASTA TRUFFE - FOREX


mercoledì 28 maggio 2014

50 anni di ricerca dimostrano che le proteine animali attivano il cancro


Può un’alimentazione priva di proteine animali aiutare a combattere e prevenire le malattie? Da oggi sembra di si. Da anni orma c'è la disputa tra le diverse fazioni di nutrizionisti, dietologi, e chiunque abbia deciso di assumere o no proteine di tipo animale. Forse ora questa abbiamo una risposta.
Durante la conferenza tenutasi qualche tempo fa in Italia, T. Colin Campbell ha dimostrato i risultati di oltre 50 anni di studi e ricerche, condotti sia da lui che da altri scienziati in tutto il mondo. Sono dati e informazioni accumulati nel suo rapporto “The China Study“.
Ma chi è T. Colin Campbell? è un biochimico statunitense, nutrizionista, professore emerito di Nutrizione e Biochimica alla Cornell University, noto per la pubblicazione del rapporto “The China Studysulla comparazione tra l’alimentazione occidentale e cinese. In seguito ai suoi studi relativi alla correlazione evidente fra cibo e malattie, Campbell ha adottato un’alimentazione naturale vegana e raccomanda la formazione degli operatori medici in tal senso. Nel 2010 in seguito a un’operazione al cuore, l’ex presidente degli Stati Uniti d’America Bill Clinton ha adottato la nutrizione vegetariana raccomandata da T. Colin Campbell assieme ai colleghi Caldwell Esselstyn e Dean Ornish.
Inizialmente gli studi sono stati condotti per scoprire l’effetto delle proteine sul cancro. In principio sono stati condotti su due gruppi di topi, che sono stati sottoposti ad una dieta di proteine animali, ma con due dosaggi differenti: ad un gruppo il 20% e all’altro il 5%. Risultato? Per le prime 12 settimane il cancro negli animali al 20% di proteine cresceva, non si manifestava, invece, in quegli animali con il 5% di proteine. Conducendo ulteriori indagini il dottor Campbell ha scoperto che somministrando regolarmente il 20% di proteine, il cancro cresce stabilmente, mentre somministrandone il 5%, il cancro si ferma. Tornando a somministrarne il 20% il cancro riprende.
Insomma gli studi hanno portato ad un risultato sorprendente: “attivare o disattivare lo sviluppo del cancro con l'alimentazione”.
Ma gli studi non si sono fermati qui. In queste indagini, le proteine animali non sono state annullate, bensì solo ridotte del 5%. Considerando che il fabbisogno proteico degli umani è più o meno lo stesso di quello dei topi, noi ne assumiamo da un minino del 10% ad un massimo del 23% di proteine animali.
Ma quale proteina hanno utilizzato esperti e ricercatori per attivare il cancro? La caseina, la principale proteina del latte. Proteina della soia e del grano, dosate anche ad alti livelli invece non lo attivano.

Critico invece il Dott. Giorgio Calabrese, convinto della necessità di proteine di origine animale nella propria dieta. Il nutrizionista ha preso le distanze da quanto affermato da Campbell, sostenendo che la maggioranza degli studi scientifici è ancora attualmente a favore delle proteine di origine animale. “Equilibrio“, a detta sua, è la parola giusta. Ma molti oncologi, medici e studiosi non sono della stessa opinione.

Y.D.

martedì 27 maggio 2014

Anche le Regionali/Amministrative vanno al PD che prende tutto (o quasi)


Dopo la vittoria record alle Europee, il Partito democratico trionfa anche alle amministrative: il centrosinistra strappa le regioni Piemonte e Abruzzo a Lega Nord e Forza Italia.
La scelta della Regione Abruzzo di accollarsi tutta la macchina organizzativa di gestione e raccolta dati delle elezioni regionali si è dimostrata errata. I mezzi tecnici in dotazione alla Regione Abruzzo di fatto non hanno retto al tipo di lavoro che richiede una giornata particolare come quella elettiva. E se non bastava il collasso del sistema tecnico ci si è messo anche l’errore matematico nelle percentuali fornite non avevano come somma obbligata il 100%. Solo dopo quattro ore è stata diramata una nota ufficiale che spiegava l'errore come un “problema tecnico del programma”.
Nonostante questi problemi tecnici il centrosinistra si impone anche in Abruzzo, che si è affidato all’ex sindaco di Pescara (non renziano) Luciano D’Alfonso, con il 46,6% dei suffragi. Sul neo governatore resta però l’ombra dei guai giudiziari, considerato come sia imputato per truffa e falso (ma ha già detto che non si dimetterà in campagna elettorale). Bocciato l’ex governatore forzista Gianni Chiodi, passato in 5 anni dal 48,81% del 2008 al 29,3% ottenuto ieri. Ha pesato sul voto anche lo scandalo della notte in albergo passata con una signora promossa dalla sua amministrazione e l’indagine per la vicenda rimborsi. Delusione alle regionali abruzzesi per il M5S, con Sara Marcozzi che non ha fatto più del 21%, nonostante sia arrivato anche Grillo per sostenere la candidata in campagna elettorale. Più indietro il candidato della sinistra radicale, Maurizio Acerbo, che ha chiuso con il 3% circa.
Oltre a conquistare già al primo turno 8 sindaci su 27 capoluoghi di provincia, comprese le città di Firenze, con un plebiscito a favore di Dario Nardella, Prato e Pesaro, altri 11 candidati sono stati i più votati, con ottime possibilità di essere eletti al ballottaggio del prossimo 8 giugno. Al centrodestra restano soltanto Teramo, Ascoli Piceno, Tortolì (Ogliastra). Con la parziale delusione di Pavia, dove il “rottamatore” azzurro Alessandro Cattaneo, che Berlusconi vorrebbe nominare nuovo “capo scouting” forzista con Toti, è stato costretto al secondo turno fermo al 46,6% (nonostante sia lontano l’avversario di centrosinistra).

I democratici sbancano le uniche due regioni in corsa per il rinnovo dei Consigli e della presidenza. L’ex sindaco torinese Sergio Chiamparino con il 47% ha doppiato gli avversari (Gilberto Pichetto per il centrodestra, al 22,1% e Davide Bono del Movimento 5 Stelle al 21,5%), chiudendo l’esperienza travagliata della giunta Cota alla guida di Palazzo Lascaris, culminata, dopo ricorsi e controricorsi, con l’annullamento del voto del 2010 (senza dimenticare lo scandalo Rimborsopoli). Molto lontani gli altri candidati sindaco: Guido Crosetto (Fratelli d’Italia) si è fermato al 5,18%, Enrico Costa (Ncd) al 3,07% e Mauro Filingeri (L’altro Piemnte a sinistra) all’1,13%. «Ho sempre avuto fiducia nei piemontesi, saranno con me. Da oggi ci metteremo al lavoro, spero di cambiare verso, per quel che c’è da cambiare. Il primo atto sarà lavorare per il piano dei progetti europei e quello di abolire i rimborsi regionali e le indennità come promesso», ha spiegato.

Y.D.

lunedì 26 maggio 2014

Elezioni Europee. Il PD vince a “scala 40”. M5S secondo partito al 20%

È stata del 58,6% l'affluenza definitiva alle urne per le Elezioni Europee registrata in Italia. Lo ha reso noto il ministero dell'Interno. Nelle europee del 2009 - quando si votò in due giorni - l'affluenza alla stessa ora è stata del 66,5%. Il calo è quindi pari a circa 8 punti percentuali.
Nonostante questo dato, le Elezioni Europee 2014 vedono il Pd primo partito con il 40,81% dei consensi (31 seggi), Movimento 5 stelle secondo con il 21.15% dei consensi (17 seggi), Forza Italia al terzo posto con il 16,81% (13 seggi). Dietro Lega Nord (6,2%, 5 seggi), Nuovo centrodestra-Udc (4,4%, 3 seggi), lista Altra Europa con Tsipras (4% e 3 seggi). Un seggio è poi assicurato al SVP (Sudtiroler Volkspartei).
"È un risultato veramente straordinario. Otteniamo davvero un risultato significativo, storico,. Superiamo abbondantemente la soglia storica del 33,4% di Veltroni. È un voto per il governo del paese". Così il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, ha commentato i risultati delle elezioni. "Ora continueremo a lavorare - afferma -. Il voto ci incoraggia per continuare a governare bene il Paese e risolvere i problemi e non strumentalizzarli".

ll partito del premier Matteo Renzi ha conquistato più del 40% dei voti, un record storico, il miglior risultato di sempre. Un risultato che, con il passare delle ore e delle sezioni scrutinate, si è consolidato al punto da diventare inattaccabile. E che porta il Pd a essere il primo partito del gruppo S&D (Socialisti e democratici europei), con 31 seggi all'Europarlamento, contro i 27 della Spd tedesca.
Alla fine, la campagna elettorale di Renzi, che ha avuto come punta di diamante gli 80 euro (che ricordiamo saranno solo fino a Dicembre) e puntato sulle parole "fiducia" e "speranza", ha avuto la meglio sugli “italiani arrabbiati” di Beppe Grillo, che scende a poco più del 20%. Il Pd infligge dunque ai Cinque Stelle un distacco di venti punti e il Movimento ottiene un risultato molto inferiore alle aspettative e di sicuro non sufficiente a porre in discussione la stabilità del governo.
Il leader del M5S, arrivato nella sede della Casaleggio Associati a Milano, non ha rilasciato dichiarazioni ma rivolto ai giornalisti ha detto: "Siete perfetti". Grillo ha poi registrato e pubblicato sul suo blog un video dove afferma che “se anche abbiamo perso non ci arrendiamo e continueremo a fare opposizione per il bene di questo paese e di chi ancora ci crede.”
E così, quella che doveva essere la resa dei conti fra Pd e M5s, si è trasformata in un'iniezione di fiducia da parte degli italiani nei confronti del partito guidato dal premier e del lavoro fin qui svolto dall'esecutivo, come sottolinea il vicesegretario dem Debora Serracchiani. Forza Italia arriva solo al terzo posto, attestandosi attorno al 16%, cosa che però potrebbe mettere in crisi il patto sulle riforme siglato tra Renzi e Berlusconi.
"E' evidente che è un risultato che non possiamo considerare soddisfacente. Ma, tenuto conto dell' insieme dei partiti che faceva parte del Pdl poco più di un anno fa, la percentuale resta più o meno inalterata se FI si attesta al 17% e Alfano al 4%". Lo afferma Giovanni Toti, consigliere politico di Berlusconi commentando i primi dati sulle Europee.
Solo quarta la Lega Nord ."Il problema è che la destra vince dappertutto in Europa tranne che in Italia, dunque il problema è che il centrodestra in Italia non c'è più e quindi bisognerà reinventarlo". Lo ha detto il segretario della Lega Matteo Salvini prima di lasciare la sede di via Bellerio, dove ha commentato lo scrutinio delle europee.
Bicchiere mezzo pieno per quanto riguarda il leader del Nuovo Centro Destra Angelino Alfano che affida il suo pensiero a Facebook:"Insieme verso il futuro. Un milione e duecentomila grazie agli italiani che ci hanno votato. Sono tantissimi e ci consentono di andare a Bruxelles al primo tentativo. Abbiamo fronteggiato la tempesta e lo tsunami non ci ha travolto".
Nichi Vendola, il leader di Sel, elogia il risultato di Tsipras di cui è stato lo sponsor politico: "Non abbiamo solo piantato una bandiera. Abbiamo piantato un seme. Dagli altri sono arrivate parole ubriache che hanno incarnato mostri. C'è stato un grande spavento e così Grillo non ha sfondato anzi è arretrato.".

Il Presidente del Consiglio Napolitano ha seguito l'evolversi dei risultati da palazzo Chigi e, una volta stilati i risultati definitivi, si è congratulato con Renzi. Dopo la vittoria il premier-segretario ha ringraziato tutti con un tweet: “Un risultato storico. Commosso e determinato adesso al lavoro per un'Italia che cambi l'Europa #unoperuno #senzapaura”.

Y.D.

Auguri alla Croce Rossa Italiana. 150 anni e non sentirli

Sembra ancora una giovincella ma ha già un secolo e mezzo. E' la nostra Croce Rossa Italiana. La CRI venne fondata con il nome di Comitato dell'Associazione Italiana per il soccorso ai feriti ed ai malati in guerra a Milano il 15 giugno 1864, ad opera del Comitato Medico Milanese dell'Associazione Medica Italiana, ben due mesi prima della firma della Convenzione di Ginevra.
Il Comitato inizia subito la sua attività sotto la presidenza del dottor Cesare Castiglioni, il quale, due mesi dopo la costituzione del Comitato, viene chiamato a Ginevra, insieme ad altri delegati italiani, per esporre quanto fatto a Milano e cosa pensa di fare in avvenire in favore dei feriti e dei malati in guerra. Il 22 agosto 1864 viene sottoscritta, anche dall'Italia, la Convenzione di Ginevra.
In occasione dei suoi 150 anni e della sua lunghissima storia e tradizione, la Croce Rossa Italiana ha organizzato eventi benefici in tutte le piazze d'Italia, tenendo anche consulti medici e visite gratuite. Molte iniziative tra cui simulazioni di primo soccorso e sicurezza stradale hanno condito la giornata dedicata a grandi e piccini.
Il tutto è stato organizzato rispettando il particolare momento storico-economico che tutti noi stiamo vivendo, cercando di coniugare i festeggiamenti con un modesto impiego di disponibilità finanziarie, grazie all’aiuto di sponsor e di volontari, i quali hanno permesso la realizzazione di questo importante compleanno consentendo di conseguenza di non sottrarre risorse finanziarie ai compiti assistenziali, la cui domanda è sempre più in aumento.

Un ringraziamento particolare va' a coloro che lavorano o sono volontari nella CRI. Persone che giorno e notte dedicano la loro vita al benessere del prossimo. Per tutte le vite che hanno contribuito a salvare e salveranno vogliamo dedicargli una parola: grazie.

Y.D.

domenica 25 maggio 2014

Non solo Europa. Si vota anche per le Regionali di Piemonte e Abruzzo e Comunali in tutti Italia

Quest'anno si era cominciato presto. A Febbraio la Sardegna è stata la prima regione ad andare alle urne per le regionali e il 25 maggio toccherà anche a Piemonte ed Abruzzo per il rinnovo del Consiglio Regionale ma oltre 4000 comuni in tutta Italia per quello Comunale.

Molto attese queste elezioni in particolare in Piemonte cercando di non ripetere i fatti susseguiti alle ultime regionali.
Il 10 gennaio 2014 infatti il TAR del Piemonte ha annullato le precedenti elezioni del 2010 a causa di irregolarità riguardante la raccolta firme a sostegno della lista "Pensionati per Cota" i cui voti, come lista collegata al candidato, furono decisivi per la vittoria di Roberto Cota.
Il il 6 marzo il TAR del Piemonte, accogliendo un ricorso del M5S che chiedeva un giudizio di ottemperanza della precedente sentenza del Consiglio di Stato, impone a Cota di indire le consultazioni elettorali regionali entro una settimana dalla notificazione del provvedimento e, contestualmente, nomina commissario ad acta il Prefetto di Torino in caso di inadempimento di Cota. Il 12 marzo, giusto in tempo per evitare il commissariamento, Cota decide di firmare il decreto di indizione delle elezioni regionali, fissandole il 25 maggio.
Occhio vigile quindi su queste elezioni che presentano come candidati Sergio Chiamparino.Il candidato del Pd assieme a Sel e Italia dei Valori è considerato in pole position per la vittoria, alla luce soprattutto delle percentuali trionfanti con le quali venne eletto sindaco di Torino e visti gli scandali in cui è incappata la giunta di centrodestra guidata dall'ormai ex governatore Cota.
Gilberto Picchetto. Si era pensato per lungo tempo che potesse essere Guido Crosetto di Fratelli d'Italia il candidato unitario del centrodestra, che invece ha deciso di puntare su Gilberto Picchetto Fratin, ex senatore e vicepresidente della Regione Piemonte. La sua candidatura è sostenuta da Forza Italia, Lega Nord, Verdi Verdi (la lista civetta dei Verdi che è ormai un classico nel centrodestra) e Grande Sud.
Enrico Costa. Il Nuovo Centrodestra non ha trovato l'accordo con Forza Italia e quindi ha deciso di provare a correre da solo, candidando Enrico Costa, deputato, viceministro della Giustizia e coordinatore del Nuovo Centrodestra in Piemonte.
Guido Crosetto. Secondo molti analisti, era lui il candidato ideale per unire il centrodestra e provare a sconfiggere Chiamparino, ma alla fine non si è trovato l'accordo e non si è riusciti a candidare Guido Crosetto per l'intera coalizione. Fratelli d'Italia ha allora deciso di correre da sola con il suo esponente di punta e di natali cuneesi, nel cui programma c'è il "Piemonte regione autonoma".
Davide Bono. Consigliere regionale piemontese per il Movimento 5 Stelle nella scorsa legislatura, Davide Bono è ora il candidato presidente per le regionali del 25 maggio. Tra le proposte principali, quella del reddito minimo garantito.
Mauro Filingeri. Infine il candidato de L'altro Piemonte, vale a dire Rifondazione Comunista con l'aggiunta di Azione Civile e altre sigle dell'associazionismo, Mauro Filingeri, giovane 36 enne di Torino, lavoratore in mobilità, coordinatore raccolta firme lista Tsipras in Valle d’Aosta, con all’attivo un percorso di sindacalista, di animatore di comitati di lotta dei pendolari.
Niente scandali regionali invece per quanto riguarda l'Abruzzo, che presenta come candidati a contendersi contenderanno la poltrona di presidente quattro candidati.
Gianni Chiodi è il governatore uscente, ma nei sondaggi viene dato di rincorsa rispetto a D'Alfonso. Nel suo programma, si parla tanto di innovazione, eliminazione degli sprechi, competitività, riduzione della tasse e del debito. Naturalmente, c'è spazio poi per l'ambiente, che in realtà è da sempre un cavallo di battaglia di Chiodi.
Luciano D'Alfonso, sostenuto da otto liste: Partito Democratico, Regione facile e veloce, Valore Abruzzo, Italia dei valori, Sel, Partito socialista, Centro democratico, Abruzzo civico). D'Alfonso ne fa una bandiera della questione ambientale. E poi affronta il delicato discorso della sanità, con il recupero dei soldi delle spese "gonfie e grasse dei global service".
Sara Marcozzi, scelta grazie alla rete, mette davanti a tutto il turismo, come fonte primaria potenziale di lavoro in Abruzzo e come alternativa alle fabbriche. Per fare questo, promette di impegnarsi sul fronte del recupero di fiumi e mare e di pensare al decoro urbano delle città. Vuole rivedere la politica dei rifiuti e la rivalutazione del territorio attraverso un marchio.
Infine, ecco Maurizio Acerbo che vuole l'alternativa di sinistra al "partito dell'acqua". Questione morale e difesa dei servizi pubblici sono le sue armi per ottenere voti. Ambiente e onestà sono le due parole d'ordine utilizzate in campagna elettorale.

Europa, regioni e comuni. Prepariamoci ad un fine settimana tutt'altro che sereno.

Y.D.

martedì 20 maggio 2014

La stanza dei misteri di Scajola. Villa Ninina e i suoi segreti

Proprio come nel famoso libro e film Harry Potter anche qui c'è una stanza misteriosa, nello specifico la depandance, di Villa Ninina residenza dell' ex ministro Claudio Sajola.
Dal giorno dell'arresto è rimasta sigillata e nemmeno i Carabinieri della DIA di Genova vi possono entrare finchè non arriveranno ad Imperia gli inquirenti direttamente dalla Calabria. A questi ultimi toccherà onere di esaminare pile e pile di faldoni cartacei presenti in essa alla ricerca di qualcosa di rilevante per l'indagine anche se i bene informati sostengono che questa stanza abbia “molto da dire”.
Quel che è certo è che ci vorrà molto tempo per mettere insieme tutte le tessere di questo mosaico che è l'operazione Breakfast. Non coinvolge infatti solo l'ex ministro dell'interno accusato di concorso esterno in associazione mafiosa per aver aiutato la latitanza dell'ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Junior Matacena condannato a 5 anni di reclusione in Cassazione, ma anche le opere di riciclaggio della cosca De Stefano e due attentati ai Carabinieri degli anni '90 attribuiti alla 'ndrangheta.
Scajola con questo centra poco o niente ma l'ipotesi che la Procura vuole verificare è se anche lui faccia parte di una “organizzazione criminale segreta”, per dirla con le carte ufficiali.
Intanto da Dubai' l'ex deputato latitante Matacena intervistato dall'Ansa si difende: “Non ho mai avuto rapporti con la mafia. Contro di me c'è stato un complotto-vendetta. Tutti coloro che mi hanno colpito hanno avuto delle gratifiche e avanzamenti di carriera nei loro campi di lavoro”.
Secretate invece le dichiarazioni fatte da Sajola a Regina Coeli durante l'interrogatorio durato 6 ore, ma il suo avvocato Elisabetta Busuito tende a precisare: “Scajola ora è sereno. Attendeva con ansia di poter incontrare i magistrati e chiarire tutto. E' stato un interrogatorio lungo – ha spiegato il legale – perchè Scajola ci teneva a chiarire tutti i fatti. Abbiamo avuto dei magistrati che ci hanno permesso che tutto si svolgesse in un clima sereno.”
L'ex ministro non è nuovo a certi scandali. Nel 2010 infatti Scajola viene citato in giudizio dalla Procura di Roma per finanziamento illecito ad un singolo parlamentare. A queste accuse seguiranno le sue dimissioni. Verrà poi assolto dalle accuse nel Gennaio 2014.


Camera. 371 si mandano in carcere Genovese: “Entro a testa alta”

Roma – Con una maggioranza di 371 si e 39 contrari, la camera ha approvato la misura cautelare in carcere per Francantonio Genovese. Il deputato è accusato di associazione a delinquere, riciclaggio, peculato e truffa e una volta rientrato in Sicilia da Roma e si è costituito a Messina.
“Entro a testa alta. Mi sono costituito per rispetto delle istituzioni”. Queste le parole del deputato riportate dal suo avvocato Antonino Favazzo che tiene a precisare: “Un cittadino comune non sarebbe stato arrestato. Genovese paga per essere un deputato e per la campagna contro la politica. La dimostrazione è che gli altri indagati sono ai domiciliari o liberi”.
I legali chiederanno i domiciliari ma intanto Genovese ha trascorso la prima notte nel carcere di Gazzi e chi l'ha visto l'ha definito tranquillo.
La città di Messina giace ancora incredula. Genovese è stato sindaco della città dello stretto, deputato regionale, segretario regionale del Pd e attualmente era deputato nazionale.
L'attuale sindaco Renato Accorini invece usa parole di fuoco contro il suo ex rivale: “Sul piano giudiziario l'inchiesta farà il suo corso, ma su quello più generale la sua attività in Sicilia è stata devastante”.
Nei giorni a seguire il voto della Camera il premier Matteo Renzi ribadisce la posizione del partito: “Io rispetto Genovese. E' un momento difficile per lui e farà le sue scelte. Non ho seguito Grillo. Per il Pd tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge.”
Voto contrario all'arresto del deputato invece espresso da Forza Italia che, secondo Brunetta, avrebbe preferito una votazione dopo le elezioni per evitare strumentalizzazioni su un eventuale arresto. Lo ribadisce anche Silvio Berlusconi dichiarando: “Forza Italia contro l'arresto. Noi sempre garantisti”.
M5S entusiasta del risultato. Dopo il fatto, il fondatore del movimento Beppe Grillo posta un tweet sul popolare social network dove esprime la sua felicità per la votazione e invita i lettori a guardare le espressioni dei deputati votanti in un video da lui stesso postato.
Tono poco polemico per Ignazio La Russa, Fratelli d'Italia, che non ha votato in quanto presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere: “c'è stata grande serenità e si è affrontata la cosa in maniera oggettiva senza le strumentalizzazioni che ho visto dopo in Aula”.


Y.D.


giovedì 15 maggio 2014

Lamborghini Huracan LP 610-4: toro imbizzarrito da 600 cv

Nonostante l'anima tedesca, la progettazione e la produzione dei modelli della casa bolognese sono rimasti in Italia. E si vede.
La Lamborghini Huracan ha una linea elegante ma aggressiva. Come di consueto sul muso si aprono due enormi prese d'aria, al contrario dei fari che presentano linee più allungate. I lati riprendono le linee della Gallardo mentre il posteriore è stato riprogettato con paraurti più alto, quattro scarichi, alettone integrato nella scocca e fari a led. Da sottolineare il lunotto posteriore quasi inesistente.
Ma il bello viene ora. Motore V10 da 5.2 litri aspirato, in grado di sviluppare 610 cv e con una potenza di 455 KW. Grazie alla leggerezza del telaio che presenta una struttura ibrida in alluminio e fibra di carbonio, la supercar bolognese ha prestazioni mozzafiato: da o a 100 km/h in 3,2 secondi, velocità massima di oltre 325 km/h. La doppia frizione a 7 rapporti rende così rapido il cambio marcia che risulta quasi impossibile misurarne la velocità.
L'abitacolo mostra particolare attenzione all'ergonomia con sedili sportivi in pelle, controlli integrati sul volante e pannello strumenti su schermo da 12,3 pollici.
Il prezzo? Da sogno come l'auto: 201.000 euro base.


lunedì 5 maggio 2014

Elezioni Europee. Stessa “minestra” o il nuovo che avanza?


Le Elezioni Europee sono ormai prossime e naturalmente sondaggi e proiezioni la fanno da padrone sui media e sul web. Molti istituti che si occupano di statistiche dicono la loro con i vari dati raccolti sul campo sia per quanto riguarda i partiti che il popolo votante. Ma andiamo per ordine.

Secondo un noto quotidiano, l'elettorato che si recherà alle urne alle ormai prossime Elezioni Europee 2014 sarà prevalentemente “anziano”: il 40% dei votanti, secondo queste stime, avrà più di 54 anni, mentre la fascia di età compresa dai 18 ai 35 anni verrà rappresentata da meno di un quarto della popolazione (appena il 23%). Dati che confermano lo scarso interesse e il sempre meno appeal che la politica esercita sui giovani ormai da anni. Fatto interessante riguarda anche il grado di istruzione di coloro che si recheranno a votare: secondo un sondaggio, il 60% dei votanti ha solo conseguito la licenza media, mentre la metà degli aventi diritto è per lo più costituito da casalinghe, pensionati e disoccupati.
La percentuale dei votanti comunque è data in umento, ma allora chi verrà votato? Prendiamo in esame diversi sondaggi dei vari istituti che si sono cimentati in questa ricerca.
Primo fra tutti, grazie probabilmente anche alle recenti e popolari riforme effettuate dal Premier Renzi, viene dato il Partito Democratico con il 34%. Subito dopo viene il Movimento 5 Stelle con il 23%. Segue Forza Italia con il 19% che, malgrado le vicessitudini del suo leader, si attesta comunque tra i primi tre. Gli si accoda il Nuovo Centro Destra di Alfano con il suo 6%.
Sarà che gli indecisi sono comunque un numero sempre notevole, sarà che gli insoddisfatti idem, ma ci sono risalite anche dai partiti più “piccoli”. Malgrado per il momento le percentuali che gli vengono affibiate siano troppo basse per permettergli di superare la soglia minima del 4%, c'è una risalita di partiti come Fratelli d'Italia con il 3,9%, Tsipras e Altra Europa con 3,3% e Scelta Europea con 3,2%.
Questi dati sono quindi il preludio ad un cambio di direzione? Si vedrà. L'arena politica è sempre più in fermento e le Elezioni Europee del 25 Maggio sono sempre più vicine.

Y.D.

BMW parte all'Adventure

Sbarca sul mercato dedicata totalmente agli amanti delle avventure fuoristrada. Dopo la versione raffreddata a liquido, arriva il raffreddamento misto aria, creata per quelli a cui l'asfalto va “stretto”.
 La BMW RS 1200 GS Adventure sfrutta il nuovissimo motore Boxer da 1.170 di cilindrata capace di erogare ben 125 cv a 7.750 giri.

Anche il questo caso domina l'elettronica: troviamo già nell' equipaggiamento di serie ABS, controllo di trazione ASC (Automatic Stability Control) e doppia mappatura del motore, Rain e Road, per una guida sicura e confortevole su qualsiasi tipo di terreno o condizione atmosferica. Forniti invece solo come optional le mappature del motore Pro che permettono di scegliere tra tre diverse modalità di guida (Dynamic, Enduro e Enduro Pro) e che aggiungono anche come scelta per la guida in fuoristrada le opzioni Enduro ABS e Enduro ASC per i maniaci del terreno accidentato.
Ma BMW ha pensato anche ai lunghi viaggi. La GS ha un serbatoio maggiorato con un poderoso 30 litri (10 in più della versione precedente), parabrezza più ampio e grossi deflettori laterali. Il peso rimane tosto con 264 kg a pieno carico così come il prezzo: si parte da 17.450 euro.




Y.D.

Decreto droga: il si della Camera divide. Ora tocca al Senato

Fino a qualche anno fà era considerato un tabù anche solo parlarne. Fanno bene, fanno male, per scopi terapeutici o ricreativi, queste sostanze hanno sempre causato una forte spaccatura all'interno della società.
Finalmente il governo ha preso una prima posizione. Con 280 si e 146 no e 2 astenuti la Camera ha approvato il decreto legge su droghe e farmaci che passa ora nelle mani del Senato. Il provvedimento si è reso necessario dopo che la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legge Fini-Giovanardi.
Le principali novità sono sanzioni più basse per lo spaccio di lieve entità. La diffusione illecita di piccole dosi di sostanze psicotrope sarà ora colpita con la detenzione da 6 mesi a 4 anni e una multa a partire mille euro fino ad un massimo di 15mila. In sostanza la riduzione della pena evita la custodia cautelare in carcere. Il reato non fa' distinzione tra droghe leggere o pesanti, spetterà quindi al giudice la pesantezza della sanzione in base alla quantità e qualità della sostanza spacciata e ad altre circostanze del caso.
L'opinione pubblica si divide tra chi vede in questo decreto un primo passo verso la legalizzazione delle droghe leggere ad uso personale e terapeutico come la Cannabis e i derivati dei cannabinoidi, e chi invece lo vede come un “errore nel nome del risparmio”.
Favorevole a questo decreto è il segretario di Radicali Italiani Rita Bernardini: “Noi che siamo per la legalizzazione delle droghe leggero lo riteniamo un provvedimento minimo, ma è inizio. Un passo verso un futuro in cui ci sarà la vera e propria legalizzazione. E' importante la distinzione tra droghe leggere e pesanti ma il proibizionismo è ancora in vigore anche se ne sono stati attenuati gli effetti”.
Per la Lega, adirata da questo decreto, parla il deputato Marco Rondini: “Siamo di fronte a un governo imbarazzante. Con questo provvedimento schifoso il governo rimette in libertà tutti quegli immigrati che sono dietro le sbarre a scontare una pena per spaccio sacrificando la sicurezza della nostra comunità”.

Oltre al dl sulla droga, il governo ha anche al vaglio quello sulla prostituzione che però non è ancora stato presentato, ma dovrebbe avvicinarci di più ai paesi europei dove la prostituzione è legalizzata e tassata, favorendo introiti annuali per svariati miliardi di Euro.


Y.D.

domenica 4 maggio 2014

50 ANNI DI FORD MUSTANG

Mezzo secolo. Tanto è passato dalla creazione della prima Mustang. Nome e simbolo richiamano i cavalli meticci che correvano liberi nelle praterie americane.
Era il 1964, la presentazione del primo modello avvenne sul tetto di New York, il grattacielo Empire State Building e ad accompagnarlo c'era Bill Ford, presidente dell'azienda e bisnipote del mitico Henry.
Oggi come allora, per festeggiare i suoi 50 anni di storia la Mustang torna a 300 metri d'altezza sul medesimo grattacielo. Non potendo essere issata con gru causa altezza o depositata da elicotteri causa antenne e correnti, l'auto è stata smontata in sei parti, messa in ascensore (proprio così), e rimontata sul tetto con un totale di 54 ore si lavoro.
Risultato eccellente. Boom sui media di tutto il mondo e attenzione puntata sulla cima dell'ESB.

Progettata per il mercato europeo, presenta una motorizzazione tutta nuova. Motore Ecoboost turbo da 2.3 litri capace di erogare 309 cavalli e un impressionante 407 Nm di coppia. Interni lussuosi completamente in pelle e una buona dose di tecnologia condiscono la ricetta della nuova muscle car che promette di far mangiare polvere alle tedesche. Prezzo un po' salato. Si parte da 35mila euro.  
                                                                                


 Y.D.

lunedì 28 aprile 2014

BMW vs VW: La guerra delle Ibride

L'ibrido che non ti aspetti. O meglio, da chi non te lo aspetti. Eh si perchè le due case Tedesche BMW e Volkswagen hanno deciso di cambiare rotta. Negli anni ci avevano abituati alla potenza e “cattiveria” dei loro modelli passando per l'allestimento Serie M e ai motori GTI.
Mirando invece ad obbiettivi di ecosostenibilità la BMW ha lanciato sul mercato il suo primo modello ibrido: la BMW i3. 
Compatta ma spaziosa, monta un motore elettrico da 170 cv a trazione posteriore e telaio in alluminio e carbonio. Autonomia modesta, 160 km, ma con 4.600 euro in più si può montare un bicilindrico da 650 centimetri cubi in grado di portare l'autonomia complessiva a 300km. Prezzo base da 36.500 euro.
Le risponde la Volkswagen con la sua XL1. Molto futuristica è stata più prodotta a scopo pubblicitario in quanto ce ne sono solo 200 esemplari acquistabili alla modica cifra di 110mila euro. Ma tranquilli. Le medesime tecnologie verranno impiegate dalla VW su motori più vicini alle tasche di tutti e in particolare sulla gamma Golf con i motori GTE. Monta un motore combinato diesel-elettrico capace di fare 100km con un litro, grazie anche al corpo vettura realizzato quasi totalmente in fibra di carbonio.

            Y.D.

No a Renzi da Mediaset e Rai: “problemi di par condicio”

Partita del Cuore e Amici di Maria De Filippi. Questi sono gli impegni a cui il Premier Matteo aveva garantito la sua partecipazione. Impegni però che ha dovuto annullare a causa della legge chiamata par condicio che disciplina la comunicazione durante l'intero anno e in tutte le campagne elettorali e referendarie.

Malgrado le numerose apparizioni di questi giorni di Renzi in vari canali televisivi, scoppia però ora il caso dopo l'intervista fiume a Berlusconi avvenuta nel salotto pomeridiano di Barbara D'Urso. Un monologo in piena regola di oltre un ora in cui Silvio Berlusconi ha spaziato dalle riforme, alle prossime Europee, alla sua vita privata. Mai una domanda formulata dalla padrona di casa che si è limitata al ruolo di “spalla”. Trasmissione quella della D'Urso classificata come giornalistica e quindi rientrante nei termini della par condicio.
In base alla norma vigente, in campagna elettorale non è ammessa la presenza di esponenti politici nei programmi di intrattenimento. Renzi non è candidato alle Europee e in studio ad “Amici” che andrà in onda il 3 maggio ma che viene registrata prima, avrebbe avuto 3 minuti di libertà con l'unico vincolo di parlare ai giovani, maggiore target protagonista e spettatore della trasmissione della De Filippi.
Nonostante tutto il Premier è anche il segretario del Partito Democratico nonché un leader politico in carica, da qui il rischio di sanzioni da parte dell' Autority garante nelle comunicazioni. Con questa motivazione quindi, Mediaset stoppa la partecipazione alla trasmissione di Renzi, non nuovo a queste cose.
Qualche giorno prima infatti vi era già stato il caso della Partita del Cuore. Il Premier sarebbe stato presente nei panni di calciatore, ma il presidente della commissione di Vigilanza Rai, il grillino Roberto Fico, ha definito “inammissibile”la presenza di un esponente politico alla Partita del Cuore che la Rai trasmetterà il 19 maggio a pochi giorni dalle Europee.
Sul caso si è espresso anche il fondatore i Emergency, Gino Strada: “A me interessa che l'evento si svolga e che si raccolgano fondi per curare le persone. Tutto il resto sinceramente mi interessa poco”.


Y.D.

Bonus di 80 euro, ma il valore può scendere fino a 53 e aumentano le tasse sugli smartphone

Sono passate appena due settimane dall'approvazione del decreto legge tanto atteso e pubblicizzato dal Premier Matteo Renzi sui famosi 80 euro di aumento in busta paga e sui vari tagli, tra cui Irpef e Difesa, che già escono alcuni lati oscuri. Dopo il mancato inserimento nel dl delgli incapienti e delle partite Iva, ora emerge anche un altro dato che lascia un po' perplessi tutti. Andando infatti ad esaminare più attentamente il testo e in particolare il secondo comma, non vi si trova alcuna traccia dell' aumento di 80 euro tanto sbandierato dai mezzi di informazione, bensì viene precisato che il credito viene rapportato al periodo di lavoro nell' anno.
Da questa precisazione si evince che il credito è “teoricamente” di 80 euro, ma in realtà la cifra reale è di 55,33 euro.
Il testo, infatti, non indica il valore mensile ma il valore annuo, cioè 640 euro riferito all' intero valore d'imposta. Questo significa che un lavoratore che lavora da gennaio a dicembre riceverà, con riferimento a ciascuno dei mesi in cui ha prodotto reddito da lavoro dipendente, 55,33 euro (640 diviso 12).
Ma non è tutto. Non mancano le sorprese e i controsensi.
Continuando ad esaminare il dl infatti, si nota che curiosamente i redditi tra i 18mila e i 24mila euro annui lordi (chi guadagna tra i 1200 e i 1500 euro al mese) godrà appieno del bonus, mentre quelli più bassi compresi tra gli 8mila e i 18mila annui lordi, anziché avere di più avranno di meno e cioè un bonus del 3,5 % del reddito complessivo, malgrado siano proprio quelli che ne avrebbero più bisogno. Ma ormai il BelPaese ci ha abituato a questo gioco dei contrari.
Malgrado questa pecca ai lavoratori non dispiace questo mini aumento di busta paga anche se, come abbiamo già trattato sul numero scorso, quasi nessuno di loro intende immettere sul mercato questa liquidità e quindi non sarà un incentivo a smuovere i consumi.
Ma se da un lato il Governo ha concesso ai cittadini questo “zuccherino”, dall' altro sono pronti nuovi aumenti di tassazione. Uno tra tutti il ritocco al rialzo dell'equo compenso, il contributo aggiuntivo su dispositivi come smartphon, tablet o pc. La partita vale oltre 200 milioni di euro e può comportare un aggravio di oltre 4 euro sul prezzo dei cellulari che già in Italia sono i più cari d' Europa.
Alti e bassi insomma in un Paese che sembra cerchi di trovare la strada giusta anche se la meta appare ancora molto lontana. L'Unione Europea ci da ancora per lontani da una crescita e lo spettro della Grecia rimane sempre dietro l'angolo.


Y.D.

martedì 22 aprile 2014

La MIAOpinione


Renzi: “Ecco gli 80 euro”, ma piovono critiche. Trascurati incapienti e partite Iva


#oraics. Con questo hashtag, 10 tweet e una coferenza - fiume il Premier Matteo Renzi annuncia il bonus previdenziale e un taglio del 10% sull' Irap. “Gli incapienti? Decreto più avanti ma non dico quando”.


Roma - Con la consueta conferenza stampa – show il Premier Matteo Renzi ha dato l'annuncio dell'approvazione del decreto legge.
Con 10 tweet pubblicati dallo stesso Renzi, viene riassunto tutto il decreto comprensivo di tagli, coperture e il famoso aumento in busta paga.
10 milioni di persone beneficeranno a partire da Maggio di questo taglio ai contributi Inps. “L'aumento di 80 euro – spiega il Premier - riguarderà i cittadini che guadagnano da 8mila a 26mila euro l'anno: noi stiamo restituendo agli italiani qualcosa che è degli italiani, stringendo la cinghia alla Pa e restituendo libertà ai cittadini. L'Irap sarà ridotto del 10% e scenderà al 3,5%”.
Per coloro sotto la soglia degli 8mila euro annui (i cosiddetti incapienti) però, non c'è stato nessun bonus. La loro esclusione è segno che le coperture non erano così certe come aveva dichiarato il Premier nei giorni scorsi, tanto che il bonus è assicurato per i prossimi otto mesi, poi, dal 2015, dovrà essere la legge di stabilità a far quadrare i conti. Nemmeno le partite Iva hanno ricevuto alcun benefit, facendo strocere non poco il naso ai piccoli imprenditori che già vedono le loro tassazioni alle stelle. A chi glielo fa notare Renzi risponde: “Metteremo la voce riguardante gli incapienti e le partite Iva nelle prossime settimane, mesi. Non do tempi certi perchè nemmeno io li so ancora”.
Più che il mero e temporaneo aumento di busta paga, il punto forte di questo decreto sembrano essere i tagli. Uno su tutti il tetto massimo agli stipendi dei manager pubblici e ai magistrati di alta fascia di cui tanto si è parlato, fissato per i 240mila euro l'anno (comunque quasi il doppio rispetto al presidente del consiglio). Anche il limite di 5 auto blu per ministero e il taglio sugli F35 sembra avere un restrogusto sibolico. Più ambizioso sicuramente il dimagrimento delle municipalizzate o il netto ridimensionamento dei centri di costo entro tre anni.
Spariti fortunatamente i tagli alla Sanità e all' Istruzione, sono state confermate alcune misure una tantum e coperture che porteranno entro la fine del 2015 quasi 15miliardi. Questi introiti deriveranno soprattutto dall' aumento dell' Iva, lotta all' evasione fiscale e rivalutazione quote Bankitalia.
Quest' ultima indispettisce non poco le banche perchè a conti fatti la tassazzione sugli istituti di credito raddoppia.
Interventi meno citati ma altrettanto sostanziosi si abbatteranno su Rai, elezioni ed editoria. “Non tocchiamo il fondo dell' editoroia – spiega Renzi – ma non ci sarà più l' obbligo di pubblicare gare d' appalto e aste pubbliche sui quotidiani. Vale 100milioni, naturale che gli editori non ne saranno entusiasti” .
Sul provvedimento fa il punto anche il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan che spiega: "In questo modo riduciamo i costi per le imprese e aumentiamo i consumi con più spese a parità di reddito. In questo modo vogliamo sostenere una ripresa lenta e debole".
Ma non tutti la pensano così. Con un hashtag inequivocabile (#renzifiglioditroika) il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, annuncia come di consueto via web il suo malcontento sul decreto. “Un lavoratore dipendente – scrive Grillo - con un reddito di 15-16 mila euro con moglie e figli a carico (una platea vastissima di contribuenti) non percepirà mai alcun bonus perchè quest' ultimo scatta infatti solo quando l’imposta lorda è superiore agli sconti già previsti dalle leggi in vigore. I “chimerici” 80 euro saranno solo un miraggio. Cosi come lo saranno per gli incapienti, i pensionati e per il popolo delle partite IVA. Questo non si chiama sostegno, si chiama illusione.”
Critiche anche da Forza Italia. “Ipotizzando che le coperture esistano e siano sufficienti – spiega il Capogruppo alla Camera Renato Brunetta - rimane il fatto che il bonus sarà valido solo per il 2014 e, secondo alcuni sondaggi, chi lo riceverà lo userà o per saldare debiti o lo accomulerà in risparmi, senza contare che, malgrado i tagli presenti nel decreto, il debito pubblico continua a crescere”.
Pareri positivi e contrari dunque dall' ampio ventaglio politico che offre il nostro paese. In conclusione il bonus fiscale è una misura positiva ma, come ammesso dallo stesso governo nel DEF 2014, non serve praticamente a niente per la crescita. L’effetto stimato sull’aumento del Pil è 0,1% quest’anno, 0,3% nel 2015 e 0,4% nel 2016. La spending review promessa si mangerà l’effetto di stimolo, visto che per lo stesso esecutivo tagliare la spesa pubblica determina un effetto recessivo.

                                                             Y.D.