martedì 25 marzo 2014

Ravenna, Pd: “No a revoca cittadinanza a Mussolini”. Ma a Torino tutto il contrario


Il consiglio comunale di Ravenna ha respinto con una netta maggioranza (grazie ai voti del Partito Democratico) la proposta di revoca avanzata dal consigliere Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna). A Torino, Bologna e Firenze invece (sempre il Pd) ha recentemente revocato la cittadinanza onoraria. “Nel diritto romano – ha spiegato in aula il consigliere comunale Andrea Tarroni – esisteva una condanna, il damnatio memoriae. Comprendeva il fatto che ogni riferimento che si richiamava al condannato dovesse venire distrutto. Ma ha un difetto: oggi, di molti di quei personaggi che ne furono colpiti, non sappiamo nemmeno cosa avessero fatto per meritarlo. Eliminare anche in questo modo la presenza del Ventennio Fascista rischierebbe di far dimenticare ciò che è stato”.
- Personalmente: A NOI! -
Yuri D'Onofrio


Venti di indipendenza. Il Veneto chiede la secessione e in 2 milioni rispondono si



89%. Questa è la percentuale che ha espresso parere positivo al referendum online promosso da Plebiscito.eu riguardo alla richiesta di indipendenza da parte della Regione Veneto. Nemmeno 300mila i no (10,9%) e questo dato assume ancora più importanza se si tiene conto che hanno votato il 73% degli aventi diritto.
Gli organizzatori esultano: "Inizieremo immediatamente a tessere le relazioni diplomatiche per assicurare l'immediato riconoscimento della Repubblica Veneta da parte della comunità internazionale”. “E' la primavera veneta” ha affermato il leader degli indipendentisti Gianluca Busato, sostenendo che quella per l' autodeterminazione del popolo veneto “è una battaglia di civiltà”. Parole e numeri accolti con urla di giubilo e cori di “libertà, libertà!” in Piazza dei Signori a Treviso, dove si sono radunate 4-5000 persone con bandiere di San Marco.
Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord, ha commentato a Padova l' esito del referendum on line: ''L'indipendenza non fa mai male. L'indipendenza e' futuro, speranza, dignita', democrazia a qualunque livello venga coniugata. In Lombardia ho chiesto di fare la stessa cosa. Adesso la palla è in mano alla Regione Veneto, a Luca Zaia e ai consiglieri. Vedremo chi metterà la faccia a favore o contro ad un referendum definitivo e ufficiale. Noi ci siamo". Ed è proprio Zaia, Presidente della Regione, che soddisfatto del risultato referendario dice: "È un ottimo segnale, un segnale di insofferenza, di un sentimento indipendentista che è ubiquitario e attraversa tutte le classi sociali dei veneti. L'indipendenza vale 21 miliardi di tasse che resterebbero qui".
Ma perché i veneziani, uniti al Regno d’Italia dal 1866, dovrebbero voler tornare ai tempi della Repubblica di Venezia (detta la Serenissima)? E' puramente un interesse di tipo economico? O di semplici iniziative stravaganti? No”, spiega con fermezza uno dei responsabili dello scrutinio, “non vogliamo più far parte di un paese in cui nulla funziona e che va diritto contro un muro, senza più interesse per i propri cittadini ne per il loro benessere”.
Alla luce di tutto questo però, bisogna ricordare che è stata una consultazione virtuale in tutti in sensi perché fatta soprattutto attraverso la rete, oltre che con schede raccolte nei gazebo, e 'voti' telefonici, e perché, Costituzione alla mano, non ha alcun valore formale, ne istituzionale.
Eppure il Veneto non è solo. A questa voglia di indipendenza si è unita anche la Sardegna. Una delegazione del Partito Indipendentista Sardo composta dal presidente Doddore Meloni, Cristina Puddu, Felice Pani, Sergio Pes, Roberto Piras e Bruno Delussu, hanno portato alla Corte d’Appello di Cagliari per la vidimazione di legge, 2000 moduli per la raccolta delle firme per indire il referendum sull’indipendenza della Sardegna. La notizia la possiamo trovare anche sul sito della Regione Sardegna dove si può leggere il quesito referendario che recita: ”Sei d’accordo, in base al diritto internazionale delle Nazioni Unite, al raggiungimento della libertà del popolo sardo, con l’indipendenza”?.
Iniziativa analoga anche in Trentino. Oltre cinquemila persone hanno risposto all'invito degli Schuetzen per l'indipendenza dell' Alto Adige e l'annessione all' Austria. Oltre alla Svp, il cui stand è stato letteralmente preso d'assalto dai simpatizzanti di Eva Klotz, hanno aderito Freiheitlichen, Suedtiroler Freiheit, Buerger Union, Team Artioli, Heimatbund ma anche l'Asgb. Centinaia le bandiere bianche e rosse, tantissimi giovani e molti discorsi. Non solo folclore ma tanta politica. Chiaro il messaggio del segretario organizzativo della Svp: “Sarebbe stato sbagliato non esserci”.
Ma quindi che succederà? Siamo davvero prossimi ad uno spaccamento del tricolore? Secondo lo stesso Meloni, leader del Partito Indipendentista Sardo, non vi saremmo poi così lontani. E a chi dubita sulla legittimità costituzionale di un referendum simile (chiaro il contrasto con l’articolo 5 che recita “La Repubblica, una e indivisibile…”) replica citando a sostegno della sua tesi la legge 848 del 17 agosto 1957 che ratifica la carta delle Nazioni Unite e la legge 881 del 25 ottobre del 1977 di ratifica ed esecuzione del Patto di New York del 16 e 19 dicembre 1966.
Allora succederà? Vedremo. Intanto immancabile giunge il commento del comico Maurizio Crozza: "Si è concluso un referendum online in Veneto, e 2 milioni di persone hanno votato per l'indipendenza: un po' come in Crimea... solo che ad Obama non gliene frega niente! ".

Yuri D'Onofrio

lunedì 17 marzo 2014

EUROPA: BERLUSCONI SI CANDIDA A SORPRESA MA...

Comincia a metà marzo la corsa alle elezioni europee da parte dell' ex premier. Sostenuto dal partito ma attaccato dal resto del mondo politico, la marcia verso il Parlamento Europeo sembra esser cominciata, ma arriva un secco stop dal commissario UE.



"Sarò felice di essere in campo nelle cinque circoscrizioni che mi hanno dato sempre tra i 600 ed i 700mila voti ciascuna. Sono in campo per avere una sospensione delle pene che mi hanno inflitto. Spero di avere una risposta dalla Corte europea". E' il 14 marzo quando il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, rilascia questa dichiarazione intervenendo telefonicamente a una manifestazione del partito a Montecatini Terme (Pistoia), in merito alle prossime elezioni europee. Molto chiaro nell' esporre le sue motivazioni, L'ex premier continua poi dicendo chiaramente che non si fermerà qui. Non c'è solo l' Europa quindi nei piani del Cavaliere che con un chiaro “elezioni tra un anno e mezzo”, parla dell'eventualità di tornare alle urne prima della scadenza naturale della legislatura. Rivela infatti di puntare non solo agli indecisi, ma anche agli elettori del Movimento 5 Stelle che si sono dichiarati non affezionati ed alcuni addirittura delusi dai risultati del gruppo pentastellato. C’è il tempo anche per un attacco ad Alfano, che però non viene citato direttamente: «I piccoli partiti non ragionano mai guardando l’interesse generale del Paese. Purtroppo i piccoli partiti - ha aggiunto - rincorrono solo le ambizioni personali dei loro piccoli leader». Secca la replica del leader di Nuovo Centro Destra affermando che questa candidatura a sorpresa è l'ennesima prova che Forza Italia non ha una linea politica e, testuali parole, non è né carne né pesce.
"Francamente ritengo che quello a Forza Italia sia l'unico voto utile": così Giovanni Toti, parlando a Torino, risponde ad Angelino Alfano che nella stessa città ha affermato che il voto agli azzurri alle Europee "è inutile". "Il voto a Forza Italia - ha sottolineato Toti - serve per dare una voce forte ai moderati in Europa.
Ma anche tra i sostenitori di Berlusconi aleggia un certo scetticismo. C’è chi interpreta la mossa come un tentativo di galvanizzare l’ elettorato o come una tattica della confusione, con il Cavaliere pronto ad alzare la tensione mediatica nelle settimane pre-elettorali, chiedendo che venga sospesa l’applicazione della Severino, minacciando ricorsi al Tar e attendendo verdetti da Consiglio di Stato e Corte europea di giustizia. Ma non solo: come ha spiegato Libero, la candidatura annunciata da Berlusconi agita anche il gotha del partito, considerato come ci sia il rischio di invalidare migliaia di voti con la sua decisione.
Tra questo batti e ribatti mediaco tutto italiano si aggiunge il commissario UE Viviane Reding che stoppa la candidatura del Cavaliere, condannato a quattro anni in via definitiva per frode fiscale, alle elezioni europee del prossimo maggio. “Le regole sono chiare. Berlusconi è condannato per frode ed è quindi ineleggibile.”
Secca la replica di Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze della Camera: “La Commissaria Reding è stata chiara, come lo saranno altrettanto i ricorsi e le motivazioni di Silvio Berlusconi”
Lo chiede la gente, non si può comprimere questo diritto.” Su questo punta il blocco che sostiene la candidatura di Berlusconi. Lo farà, a quanto pare, quando l’ufficio elettorale cancellerà (come è previsto in automatico) il nome di Berlusconi dalle liste, sempre che l’ex premier si presenti davvero. Al rientro nella Capitale l’ex capo del governo ha già convocato il vertice del partito proprio per riprendere in mano il dossier europee. Per il momento, all'interno di Forza Italia piovono iniziative: Daniela Santanchè sta raccogliendo le firme per chiedere la grazia al capo dello Stato (secondo alcuni il Cavaliere sarebbe contento, secondo altri infuriato); il Giornale che raccoglie le firme a sostegno della candidatura in Europa; Michaela Biancofiore che ipotizza gente riunita “per fare una class action democratica se Berlusconi non dovesse essere messo in condizione di candidarsi”.
Ma tutto questo polverone servirà a qualcosa? Dario Stefano, presidente Sel della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, crede di no: “L’ipotesi di una sua candidatura è impensabile. Non si tratta neppure di ineleggibilità. Berlusconi è incandidabile. E se anche gli venisse concessa la grazia, la situazione rimarrebbe immutata”.
Ma nessuna marcia indietro si registra da Arcore, anzi l’input dell'ex premier e di tutto il suo partito è quello di insistere nel portare avanti la propria candidatura. Una strategia mediatica molto chiara volta, da parte dell’ex capo del governo in primis, a non spegnere i riflettori in vista del 10 aprile, giorno in cui il tribunale di Milano deciderà se affidarlo ai servizi sociali, mandarlo ai domiciliari oppure in carcere.

Yuri D'Onofrio


giovedì 13 marzo 2014

SKY GAFF SUL WORLD WIDE WEB



Ci credereste?
Una prestigiosa e modernissima redazione ultratecnologica come quella di SKY tg24 ogni tanto fa cilecca. Errare humanum est! Verissimo, ma da uno staff di così alto livello, con collaboratori selezionati tra migliaia di candidati e con titoli di studio che potrebbero tranquillamente farci arrivare su Plutone entro pochi anni, mi sarei aspettato per lo meno una mini verifica sulle informazioni in loro possesso. Stamattina come al solito mi trovavo a caccia di notizie che mi ispirassero un bello scritto, quando capitando sul loro sito nella sezione “economia”, mi imbatto nel titolone: 25 ANNI DI WORLD WIDE WEB!
Subito sotto una snocciolata di dati sulla diffusione del suddetto sistema da far impallidire il miglior web designer. E mi sta bene, perchè i dati veritieri sono sempre ben accetti. Peccato però che, a partire dal titolo, qualcosa non vada. Secondo la multimedialica redazione infatti, il www sarebbe nato nell' anno 1989. Peccato che non sia proprio cosi.....

Vi elenco le date importanti con relativa spiegazione riguardante internet:
  • 1960: Avvio delle ricerche di ARPA, progetto del Ministero della Difesa degli Stati Uniti
  • 1967: Prima conferenza internazionale sulla rete ARPANET
  • 1969: Collegamento dei primi computer tra 4 università americane
  • 1971: La rete ARPANET connette tra loro 23 computer
  • 1972: Nascita dell'InterNetworking Working Group, organismo incaricato della gestione di Internet. Ray Tomlinson propone l'utilizzo del segno @ per separare il nome utente da quello della macchina.
  • 1973: La Gran Bretagna e la Norvegia si uniscono alla rete con un computer ciascuna.
  • 1979: Creazione dei primi Newsgroup (forum di discussione) da parte di studenti americani
  • 1981: Nasce in Francia la rete Minitel. In breve tempo diventa la più grande rete di computer al di fuori degli USA
  • 1982: Definizione del protocollo TCP/IP e della parola "Internet"
  • 1983: Appaiono i primi server con i nomi per indirizzarsi ai siti
  • 1984: La rete conta ormai mille computer collegati
  • 1985: Sono assegnati i domini nazionali: .it per l'Italia, .de per la Germania, .fr per la Francia, ecc.
  • 1986: Viene lanciato LISTSERV, il primo software per la gestione di una mailing list. Il 30 aprile, da Pisa, sede del Centro nazionale universitario di Calcolo elettronico (Cnuce) viene realizzata la prima connessione Internet dall'Italia.
  • 1987: Sono connessi 10 000 computer. Il 23 dicembre viene registrato “cnr.it”, il primo dominio con la denominazione geografica dell'Italia; è il sito del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
  • 1989: Sono connessi centomila computer
  • 1990: Scomparsa di ARPANET; apparizione del linguaggio HTML
  • 1991: Il CERN (Centro Europeo di Ricerca Nucleare) annuncia la nascita del World Wide Web; il Crs4 (Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori in Sardegna) crea il primo sito web italiano, secondo in Europa.
  • 1993: Apparizione del primo browser pensato per il web, Mosaic
  • 1995: al Crs4 (Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori in Sardegna) viene sviluppato il primo servizio di webmail
  • 1996: Sono connessi 10 milioni di computer
  • 1999: Viene pubblicato Napster, il primo sistema di file sharing di massa. Gli utenti di Internet sono 200 milioni in tutto il mondo.
  • 2008: Gli utenti di Internet sono circa 600 milioni in tutto il mondo.
  • 2009: Gli utenti di Internet sono circa 1 miliardo in tutto il mondo.
  • 2011: Gli utenti di Internet sono circa 2 miliardi in tutto il mondo.

Come si può notare, l'unica cosa che contraddistingue l' anno 1989 è il raggiungimento della quota di 100mila computer connessi. Non sto ad evidenziare e spiegare nel dettaglio ogni singolo punto altrimenti non mi basterebbe un trattato come spazio, ma pare evidente che la nascita di internet è notevolmente precedente a quanto affermato da SKY. Perfino per l'arrivo in Italia del web non va' bene quel titolone, perchè è datata 1987! 
Quindi non solo vi esorto a non leggere solo una fonte di notizie, ma di leggerne il più possibile e anche quelle che non trovano grosse approvazioni. Vi dirò inoltre che quest' ultime solitamente sono le più veritiere.


E a SKY vorrei dire che per fare un buon lavoro ci vuole intelligenza, ma non sempre chi ha la laurea ne possiede una!  


Yuri D'Onofrio

mercoledì 12 marzo 2014

CRIMEA: L' INVASIONE "A SALVE"


Continua ormai da più di una settimana l' invasione “a salve” (senza sparare un colpo) della Crimea da parte della Russia, sotto lo sguardo impotente di Europa e America. Diciamola tutta, all' Italiano medio poco importa della Crimea e di ciò che vi accade, ma in realtà ha un importanza fondamentale. 
Ma andiamo per gradi. 
Il presidente russo Vladimir Putin ha giustificato l’atto sostenendo che la fine del governo filorusso guidato da Viktor Yanukovich e sostituito da esponenti dell’ opposizione europeista, rappresenta una minaccia concreta per la popolazione di lingua russa presente in quel lembo di Ucraina. Ma come stanno realmente le cose? Basta prendere in mano una carta geografica. Si può infatti notare che la Crimea è una specie di enorme porto naturale sul Mar Nero, quindi chi la controlla a sua volta controlla il Mar Nero. Quest' ultimo ha canali e stretti che portano al Mar di Marmara, Mar Egeo e Mar Mediterraneo. Senza questi passaggi, per arrivare nel Golfo di Taranto, Putin dovrebbe partire dalla Siberia. Una bella comodità dunque. Ma non è tutto. Uno dei tre principali viadotti di gas che riforniscono l' Europa passa proprio per l' Ucraina. Controllando quello si controlla il prezzo del gas. Nel caso dell' Italia, oltre all'apporto di metano, c'è anche un rischo commerciale per alcune big italiche dell'industria tipo Unicredit (con un asset di 3,84 miliardi di euro distribuiti in 435 sportelli) ed Eni, che dall’ anno scorso è impegnata nell’ esplorazione di nuovi giacimenti di petrolio e gas nel Mar Nero ucraino, ma presente già da anni. Senza contare le varie esportazioni verso l' Ucraina di oltre 1 miliardo di euro annui. Conscio di questo, il neo premier Matteo Renzi si è associato alle pressanti richieste della Comunità Internazionale affinché sia rispettata la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Oltreoceano invece provano a fare la voce grossa. Obama ha avuto un colloquio telefonico con Putin, dove lo esorta a cessare l'occupazione in atto. Ma il premier russo, anche se dopo il confronto telefonico ha fatto un passo indietro, sà che le armi degli americani sono spuntate. Possono solo appoggiare il nuovo governo di Kiev a suon di dollari. Denaro che potrebbe cementare il nuovo regime ma non certo evitare che Mosca faccia sentire tutto il suo peso in Ucraina e che, alla fine, si tenga la russofona Crimea con le sue basi navali. Obama inoltre teme che questa “insurrezzione” sia vista dagli stati ostili all' America come un atto di debolezza e quindi una relativa perdita di potere. Cosa che gli americani non possono proprio permettersi, specialmente nei confronti di stati come Iran e Iraq.


Ad oggi l' acquisizione della Crimea da parte della Russia prosegue, e malgrado le varie azioni diplomatiche, Putin continua per la sua strada così come ha fatto per le olimpiadi. E chissà, magari sta già pensando ad introdurre una nuova disciplina olimpica: “invasione stile libero”!


Yuri D'Onofrio

RECENSIONE


E' arrivato e ha la Sua impronta ovunque.
Il nuovo film di Martin Scorsese e la sua reinterpretazione del mondo.
E stavolta è il mondo degli anni '80 (significativi più che mai per il regista) a farne le spese. E come spiega nell'ultima sua autobiografia, è un decennio che lo segna. Dopo la pietra miliare Toro scatenato, era cominciata la discesa, fatta di flop al botteghino e feroci scontri con giornalisti e critica culminata con l'uscita nel 1988 de L' ultima tentazione di Cristo (Film in uscita nell' 83 ma poi rimandato con una perdita di oltre 5 milioni di dollari).
Sono dovuti passare 26 anni,un valanga di capolavori e meritati premi, ma finalmente si è preso la sua rivincita che ha un lontano sapore di vendetta. E assolutamente senza freni ne censure. The Wolf of Wall Street è un vero e proprio tzunami di qualsiasi cosa vi venga in mente di quegli istrionici anni portati all'eccesso. Con questo film il regista newyorkese si scaglia contro tutti i paradossi umani, gli arrampicatori sociali, gli squali finanziari pluri-opportunisti e il vanesio mondo che circonda tutto questo teatro andato in scena all'epoca. E più i secondi passano più ci si rende conto che a Scorsese non interessa realmente un linea precisa né una coerenza narrativa vera e propria. Tutto quello che ha assorbito in quel decennio lo restituisce come un prodotto grezzo e rozzo, senza mezzi termini o parole sussurrate. Un perfetto esempio della graticola che evidentemente erode il ricordo di quegli anni del regista. In questa massa di tutto e di nulla scintillante, emerge un maestoso Leonardo DiCaprio, sempre più a suo agio nei ruoli in “giacca e cravatta”, nei panni di un giovane rampante broker finanziario. La storia di ascesa e caduta di questo molto umano personaggio è un turbinio assordante di autodistruzione e perversione, accostabile solamente a quello di famose rock star.
Nelle sue tre ore di immersione, The Wolf of Wall Street sbatte in faccia i personaggi con un irriverenza così ostentata che paiono urlare “Questi sono gli anni '80. Vogliamo vivere alla grande e quest è quello che siamo disposti a fare. Quello che, al nostro posto, avresti fatto anche tu.”
E allora tutto comincia ad avere un senso. Perchè questa è la chiave con film di Scorsese. Non basta guardarli. Bisogna “essere” uno dei protagonisti.
Aggiungendo degli ottimi Jonah Hill, Kyle Chandler, Margot Robbie, John Bernthal, Jean Dujardin, e un filmicamente invecchiato Matthew McConaughey, otteniamo un cast che sembra importato apposta da queli anni per regalarci questo scorcio di follia e genialità.

The Wolf of Wall Strett non è stato creato da Martin Scorsese: era già nella sua testa sotto forma di trasandata esperienza personale. Lui l'ha solo estratto dal suo cranio e l'ha condiviso con noi regalandoci un pezzo di se stesso e di qualcosa che altrimenti avremmo solo potuto immaginare.

                                                                                         
                                                                                         Yuri D'Onofrio