#oraics.
Con questo hashtag, 10 tweet e una coferenza - fiume il Premier
Matteo Renzi annuncia il bonus previdenziale e un taglio del 10%
sull' Irap. “Gli incapienti? Decreto più avanti ma non dico
quando”.
Roma
- Con la consueta conferenza stampa – show il Premier Matteo Renzi
ha dato l'annuncio dell'approvazione del decreto legge.
Con
10 tweet pubblicati dallo stesso Renzi, viene riassunto tutto il
decreto comprensivo di tagli, coperture e il famoso aumento in busta
paga.
10
milioni di persone beneficeranno a partire da Maggio di questo taglio
ai contributi Inps. “L'aumento di 80
euro – spiega il Premier - riguarderà i cittadini che guadagnano
da 8mila a 26mila euro l'anno: noi stiamo restituendo agli italiani
qualcosa che è degli italiani, stringendo la cinghia alla Pa e
restituendo libertà ai cittadini. L'Irap sarà ridotto del 10% e
scenderà al 3,5%”.
Per
coloro sotto la soglia degli 8mila euro annui (i cosiddetti
incapienti) però, non c'è stato nessun bonus. La loro esclusione è
segno che le coperture non erano così certe come aveva dichiarato il
Premier nei giorni scorsi, tanto che il bonus è assicurato per i
prossimi otto mesi, poi, dal 2015, dovrà essere la legge di
stabilità a far quadrare i conti. Nemmeno
le partite Iva hanno ricevuto alcun benefit, facendo strocere non
poco il naso ai piccoli imprenditori che già vedono le loro
tassazioni alle stelle. A chi glielo fa notare Renzi risponde:
“Metteremo la voce riguardante gli incapienti e le partite Iva
nelle prossime settimane, mesi. Non do tempi certi perchè nemmeno io
li so ancora”.
Più
che il mero e temporaneo aumento di busta paga, il punto forte di
questo decreto sembrano essere i tagli. Uno su tutti il tetto massimo
agli stipendi dei manager pubblici e ai magistrati di alta fascia di
cui tanto si è parlato, fissato per i 240mila euro l'anno (comunque
quasi il doppio rispetto al presidente del consiglio). Anche il
limite di 5 auto blu per ministero e il taglio sugli F35 sembra avere
un restrogusto sibolico. Più ambizioso sicuramente il dimagrimento
delle municipalizzate o il netto ridimensionamento dei centri di
costo entro tre anni.
Spariti
fortunatamente i tagli alla Sanità e all' Istruzione, sono state
confermate alcune misure una tantum e coperture che porteranno entro
la fine del 2015 quasi 15miliardi. Questi introiti deriveranno
soprattutto dall' aumento dell' Iva, lotta all' evasione fiscale e
rivalutazione quote Bankitalia.
Quest'
ultima indispettisce non poco le banche perchè a conti fatti la
tassazzione sugli istituti di credito raddoppia.
Interventi
meno citati ma altrettanto sostanziosi si abbatteranno su Rai,
elezioni ed editoria. “Non
tocchiamo il fondo dell' editoroia – spiega Renzi – ma non ci
sarà più l' obbligo di pubblicare gare d' appalto e aste pubbliche
sui quotidiani. Vale 100milioni, naturale che gli editori non ne
saranno entusiasti” .
Sul
provvedimento fa il punto anche il ministro dell'Economia, Pier Carlo
Padoan che spiega: "In questo modo riduciamo i costi per le
imprese e aumentiamo i consumi con più spese a parità di reddito.
In questo modo vogliamo sostenere una ripresa lenta e debole".
Ma
non tutti la pensano così. Con un hashtag inequivocabile
(#renzifiglioditroika) il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo,
annuncia come di consueto via web il suo malcontento sul decreto. “Un
lavoratore dipendente – scrive Grillo - con un reddito di 15-16
mila euro con moglie e figli a carico (una platea vastissima di
contribuenti) non percepirà mai alcun bonus perchè quest' ultimo
scatta infatti solo quando l’imposta lorda è superiore agli sconti
già previsti dalle leggi in vigore. I “chimerici” 80 euro
saranno solo un miraggio. Cosi come lo saranno per gli incapienti, i
pensionati e per il popolo delle partite IVA. Questo non si chiama
sostegno, si chiama illusione.”
Critiche
anche da Forza Italia. “Ipotizzando che le coperture esistano e
siano sufficienti – spiega il Capogruppo alla Camera Renato
Brunetta - rimane il fatto che il bonus sarà valido solo per il 2014
e, secondo alcuni sondaggi, chi lo riceverà lo userà o per saldare
debiti o lo accomulerà in risparmi, senza contare che, malgrado i
tagli presenti nel decreto, il debito pubblico continua a crescere”.
Pareri
positivi e contrari dunque dall' ampio ventaglio politico che offre
il nostro paese. In conclusione il bonus fiscale è una misura
positiva ma, come ammesso dallo stesso governo nel DEF 2014, non
serve praticamente a niente per la crescita. L’effetto stimato
sull’aumento del Pil è 0,1% quest’anno, 0,3% nel 2015 e 0,4% nel
2016. La spending review promessa si mangerà l’effetto di stimolo,
visto che per lo stesso esecutivo tagliare la spesa pubblica
determina un effetto recessivo.
Y.D.
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