martedì 22 aprile 2014

Renzi: “Ecco gli 80 euro”, ma piovono critiche. Trascurati incapienti e partite Iva


#oraics. Con questo hashtag, 10 tweet e una coferenza - fiume il Premier Matteo Renzi annuncia il bonus previdenziale e un taglio del 10% sull' Irap. “Gli incapienti? Decreto più avanti ma non dico quando”.


Roma - Con la consueta conferenza stampa – show il Premier Matteo Renzi ha dato l'annuncio dell'approvazione del decreto legge.
Con 10 tweet pubblicati dallo stesso Renzi, viene riassunto tutto il decreto comprensivo di tagli, coperture e il famoso aumento in busta paga.
10 milioni di persone beneficeranno a partire da Maggio di questo taglio ai contributi Inps. “L'aumento di 80 euro – spiega il Premier - riguarderà i cittadini che guadagnano da 8mila a 26mila euro l'anno: noi stiamo restituendo agli italiani qualcosa che è degli italiani, stringendo la cinghia alla Pa e restituendo libertà ai cittadini. L'Irap sarà ridotto del 10% e scenderà al 3,5%”.
Per coloro sotto la soglia degli 8mila euro annui (i cosiddetti incapienti) però, non c'è stato nessun bonus. La loro esclusione è segno che le coperture non erano così certe come aveva dichiarato il Premier nei giorni scorsi, tanto che il bonus è assicurato per i prossimi otto mesi, poi, dal 2015, dovrà essere la legge di stabilità a far quadrare i conti. Nemmeno le partite Iva hanno ricevuto alcun benefit, facendo strocere non poco il naso ai piccoli imprenditori che già vedono le loro tassazioni alle stelle. A chi glielo fa notare Renzi risponde: “Metteremo la voce riguardante gli incapienti e le partite Iva nelle prossime settimane, mesi. Non do tempi certi perchè nemmeno io li so ancora”.
Più che il mero e temporaneo aumento di busta paga, il punto forte di questo decreto sembrano essere i tagli. Uno su tutti il tetto massimo agli stipendi dei manager pubblici e ai magistrati di alta fascia di cui tanto si è parlato, fissato per i 240mila euro l'anno (comunque quasi il doppio rispetto al presidente del consiglio). Anche il limite di 5 auto blu per ministero e il taglio sugli F35 sembra avere un restrogusto sibolico. Più ambizioso sicuramente il dimagrimento delle municipalizzate o il netto ridimensionamento dei centri di costo entro tre anni.
Spariti fortunatamente i tagli alla Sanità e all' Istruzione, sono state confermate alcune misure una tantum e coperture che porteranno entro la fine del 2015 quasi 15miliardi. Questi introiti deriveranno soprattutto dall' aumento dell' Iva, lotta all' evasione fiscale e rivalutazione quote Bankitalia.
Quest' ultima indispettisce non poco le banche perchè a conti fatti la tassazzione sugli istituti di credito raddoppia.
Interventi meno citati ma altrettanto sostanziosi si abbatteranno su Rai, elezioni ed editoria. “Non tocchiamo il fondo dell' editoroia – spiega Renzi – ma non ci sarà più l' obbligo di pubblicare gare d' appalto e aste pubbliche sui quotidiani. Vale 100milioni, naturale che gli editori non ne saranno entusiasti” .
Sul provvedimento fa il punto anche il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan che spiega: "In questo modo riduciamo i costi per le imprese e aumentiamo i consumi con più spese a parità di reddito. In questo modo vogliamo sostenere una ripresa lenta e debole".
Ma non tutti la pensano così. Con un hashtag inequivocabile (#renzifiglioditroika) il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, annuncia come di consueto via web il suo malcontento sul decreto. “Un lavoratore dipendente – scrive Grillo - con un reddito di 15-16 mila euro con moglie e figli a carico (una platea vastissima di contribuenti) non percepirà mai alcun bonus perchè quest' ultimo scatta infatti solo quando l’imposta lorda è superiore agli sconti già previsti dalle leggi in vigore. I “chimerici” 80 euro saranno solo un miraggio. Cosi come lo saranno per gli incapienti, i pensionati e per il popolo delle partite IVA. Questo non si chiama sostegno, si chiama illusione.”
Critiche anche da Forza Italia. “Ipotizzando che le coperture esistano e siano sufficienti – spiega il Capogruppo alla Camera Renato Brunetta - rimane il fatto che il bonus sarà valido solo per il 2014 e, secondo alcuni sondaggi, chi lo riceverà lo userà o per saldare debiti o lo accomulerà in risparmi, senza contare che, malgrado i tagli presenti nel decreto, il debito pubblico continua a crescere”.
Pareri positivi e contrari dunque dall' ampio ventaglio politico che offre il nostro paese. In conclusione il bonus fiscale è una misura positiva ma, come ammesso dallo stesso governo nel DEF 2014, non serve praticamente a niente per la crescita. L’effetto stimato sull’aumento del Pil è 0,1% quest’anno, 0,3% nel 2015 e 0,4% nel 2016. La spending review promessa si mangerà l’effetto di stimolo, visto che per lo stesso esecutivo tagliare la spesa pubblica determina un effetto recessivo.

                                                             Y.D.

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