lunedì 28 aprile 2014

Bonus di 80 euro, ma il valore può scendere fino a 53 e aumentano le tasse sugli smartphone

Sono passate appena due settimane dall'approvazione del decreto legge tanto atteso e pubblicizzato dal Premier Matteo Renzi sui famosi 80 euro di aumento in busta paga e sui vari tagli, tra cui Irpef e Difesa, che già escono alcuni lati oscuri. Dopo il mancato inserimento nel dl delgli incapienti e delle partite Iva, ora emerge anche un altro dato che lascia un po' perplessi tutti. Andando infatti ad esaminare più attentamente il testo e in particolare il secondo comma, non vi si trova alcuna traccia dell' aumento di 80 euro tanto sbandierato dai mezzi di informazione, bensì viene precisato che il credito viene rapportato al periodo di lavoro nell' anno.
Da questa precisazione si evince che il credito è “teoricamente” di 80 euro, ma in realtà la cifra reale è di 55,33 euro.
Il testo, infatti, non indica il valore mensile ma il valore annuo, cioè 640 euro riferito all' intero valore d'imposta. Questo significa che un lavoratore che lavora da gennaio a dicembre riceverà, con riferimento a ciascuno dei mesi in cui ha prodotto reddito da lavoro dipendente, 55,33 euro (640 diviso 12).
Ma non è tutto. Non mancano le sorprese e i controsensi.
Continuando ad esaminare il dl infatti, si nota che curiosamente i redditi tra i 18mila e i 24mila euro annui lordi (chi guadagna tra i 1200 e i 1500 euro al mese) godrà appieno del bonus, mentre quelli più bassi compresi tra gli 8mila e i 18mila annui lordi, anziché avere di più avranno di meno e cioè un bonus del 3,5 % del reddito complessivo, malgrado siano proprio quelli che ne avrebbero più bisogno. Ma ormai il BelPaese ci ha abituato a questo gioco dei contrari.
Malgrado questa pecca ai lavoratori non dispiace questo mini aumento di busta paga anche se, come abbiamo già trattato sul numero scorso, quasi nessuno di loro intende immettere sul mercato questa liquidità e quindi non sarà un incentivo a smuovere i consumi.
Ma se da un lato il Governo ha concesso ai cittadini questo “zuccherino”, dall' altro sono pronti nuovi aumenti di tassazione. Uno tra tutti il ritocco al rialzo dell'equo compenso, il contributo aggiuntivo su dispositivi come smartphon, tablet o pc. La partita vale oltre 200 milioni di euro e può comportare un aggravio di oltre 4 euro sul prezzo dei cellulari che già in Italia sono i più cari d' Europa.
Alti e bassi insomma in un Paese che sembra cerchi di trovare la strada giusta anche se la meta appare ancora molto lontana. L'Unione Europea ci da ancora per lontani da una crescita e lo spettro della Grecia rimane sempre dietro l'angolo.


Y.D.

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