domenica 20 aprile 2014

RENZI: BICAMERALISMO E NOMINE. TANTI PENSIERI E POCO TEMPO

Nonostante l'avvio sprintoso, il percorso delle riforme d' Italia rischia di arenarsi sulla questione della riforma del Senato. Infatti, il progetto di riforma dell'architettura dello Stato che era stato concordato tra il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e l'attuale Presidente del Consiglio Matteo Renzi prevede il superamento del bicameralismo perfetto. Le due Camere del Parlamento (Camera dei Deputati e Senato della Repubblica) fanno le stesse cose. Ciò comporta molti problemi nell'approvazione delle leggi. Una legge impiega due anni per essere approvata. Negli altri Paesi, vige il bicameralismo imperfetto.
Per esempio, in Canada vi sono la Camera dei Comuni ed il Senato. Il Senato canadese non legifera come la Camera dei Comuni ed è composto da 105 membri e vengono nominati dal Governatore generale su proposta del Primo Ministro su base regionale.
La riforma che si vuole attuare nel nostro Paese ha delle analogie con il sistema Canadese ma il problema è che in Italia il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio non vengono eletti dal popolo, e se anche il Senato diventasse non elettivo si avrebbe un problema di democrazia.
Nella Eurozona troviamo solo una situazione analoga ed è quella della Romania. Con una percentuale del 35% di parlamentari bicamerali, attualmente hanno indetto con un referendum l' abolizione della seconda Camera.
Ma non c'è solo questo pensiero nella testa dell'attuale Premier o, come immaginiamo, non c'è la cartella riguardante il bicameralismo sulla sua scrivania. Ce n'è un altra con scritto “nomine”. Eni, Enel, Finmeccanica, Terna e Poste. Queste sono le principali società partecipate dal Tesoro ma per sapere chi le guiderà l' esecutivo ha scelto di aspettare la chiusura delle Borse e sicuramente un ruolo rilevante l'avranno anche le quote rosa. Le nomine saranno all'insegna della novità: a guidare le aziende partecipate dal Tesoro saranno "persone competenti e in alcuni casi nuove", ha detto nei giorni scorsi il ministro Padoan. Sulla stessa lunghezza d'onda il sottosegretario di Palazzo Chigi, Graziano Delrio, che con Renzi sta lavorando al dossier. Delrio ha sottolineato che gli italiani "saranno assolutamente sorpresi. Faremo scelte di discontinuità ma senza disperdere le energie migliori già presenti".


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