Nonostante
l'avvio sprintoso, il percorso delle riforme d' Italia rischia di
arenarsi sulla questione della riforma del Senato. Infatti, il
progetto di riforma dell'architettura dello Stato che era stato
concordato tra il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e
l'attuale Presidente del Consiglio Matteo Renzi prevede il
superamento del bicameralismo perfetto. Le due Camere del Parlamento
(Camera dei Deputati e Senato della Repubblica) fanno le stesse cose.
Ciò comporta molti problemi nell'approvazione delle leggi. Una legge
impiega due anni per essere approvata. Negli altri Paesi, vige il
bicameralismo imperfetto.
Per
esempio, in Canada vi sono la Camera dei Comuni ed il Senato. Il
Senato canadese non legifera come la Camera dei Comuni ed è composto
da 105 membri e vengono nominati dal Governatore generale su proposta
del Primo Ministro su base regionale.
La
riforma che si vuole attuare nel nostro Paese ha delle analogie con
il sistema Canadese ma il problema è che in Italia il Presidente
della Repubblica e il Presidente del Consiglio non vengono eletti dal
popolo, e se anche il Senato diventasse non elettivo si avrebbe un
problema di democrazia.
Nella
Eurozona troviamo solo una situazione analoga ed è quella della
Romania. Con una percentuale del 35% di parlamentari bicamerali,
attualmente hanno indetto con un referendum l' abolizione della
seconda Camera.
Ma
non c'è solo questo pensiero nella testa dell'attuale Premier o,
come immaginiamo, non c'è la cartella riguardante il bicameralismo
sulla sua scrivania. Ce n'è un altra con scritto “nomine”. Eni,
Enel, Finmeccanica, Terna e Poste. Queste sono le principali società
partecipate dal Tesoro ma per sapere chi le guiderà l' esecutivo ha
scelto di aspettare la chiusura delle Borse e sicuramente un ruolo
rilevante l'avranno anche le quote rosa. Le
nomine saranno all'insegna della novità: a guidare le aziende
partecipate dal Tesoro saranno "persone competenti e in alcuni
casi nuove", ha detto nei giorni scorsi il ministro Padoan.
Sulla stessa lunghezza d'onda il sottosegretario di Palazzo Chigi,
Graziano Delrio, che con Renzi sta lavorando al dossier. Delrio ha
sottolineato che gli italiani "saranno assolutamente sorpresi.
Faremo scelte di discontinuità ma senza disperdere le energie
migliori già presenti".
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