lunedì 14 aprile 2014

Popolo della Libertà e Forza Italia. Due faccie della stessa medaglia

20 anni. Questo è l'attuale tempo di permanenza di Berlusconi in politica e di tutto quello che ne è conseguito. Abbiamo assistito ad ogni genere di avvicendamento nel partito del (ex)Cavaliere. Tra cavalcate solitarie, fusioni col PdL, processi, accuse e ribaltoni, la presenza sulla scena politica di questo partito è sempre stata più che evidente.
Fondato nel 1994 e attivo fino a Marzo 2009, il Movimento Politico Forza Italia o semplicemente Forza Italia (FI), è stato un partito politico di centrodestra. Presidente e leader del partito è stato, sin dalla sua fondazione, Silvio Berlusconi . L'ideologia del partito variava dal liberalismo all'economia sociale di mercato di ispirazione cristiano -democratica. Il suo colore ufficiale era l' azzurro. A livello europeo aderiva al Partito Popolare Europeo, di cui costituiva il principale membro italiano. Forza Italia è stato il principale partito della coalizione di centrodesta denominata Casa delle Libertà, che ha governato l'Italia dal 2001 al 2006. Dopo la vittoria elettorale del 2008 della lista del Popolo della Libertà, a cui Forza Italia aveva aderito, nel 2009 il partito si è sciolto ed è confluito nel neo-partito del PdL. Sono altresì confluiti all' interno di quest'ultimo diversi altri partiti minori di varia estrazione e colore politico, che avevano precedentemente partecipato alla Casa delle Libertà: la Democrazia Cristiana per le Autonomie, il Nuovo PSI, i Riformatori Liberali, i Popolari Liberali ed Azione Sociale.
Il 16 novembre 2013 il Consiglio nazionale del PdL ha deciso all' unanimità “la sospensione delle attività del Popolo della Libertà”, per fondare la nuova Forza Italia. Attualmente in Forza Italia è confluita la parte maggioritaria degli esponenti del Popolo della Libertà, esclusa l'area vicina ad Angelino Alfano, che ha costituito invece il Nuovo Centro Destra .
Non è Beatiful ma esattamente quello che è successo fino ad oggi. E forse in tutto questo paiolo politico, qualcuno si aspettava un ricambio generazionale, ma sempre con lo stesso cognome. Invece no. “I miei figli non saranno in lista alle prossime elezioni europee". Lo ha dichiarato Silvio Berlusconi partecipando alla prima conferenza dei club Forza Silvio di Roma e Provincia. Berlusconi liquida i “rumors” sulle possibili discese in campo dei figli Marina, Barbara o Piersilvio lasciando l'Auditorium del Seraphicum. Assente la giovane compagna dell'ex premier, Francesca Pascale, che in un' intervista ad uno noto quotidiano nazionale, aveva invitato Marina Berlusconi a rompere gli indugi perché “senza Silvio il partito vacilla”.
E intanto si pensa alle primarie. A quali condizioni, non è dato sapere. Sta di fatto che, per la prima volta, sulle primarie hanno cominciato a rimbalzare voci di ogni genere. Voci e persino date. Una rimandava al 13 aprile: comunque improbabile, visto che in quei giorni si terrà il Congresso Nazionale Ncd. In base ad altri “rumors”, la consultazione potrebbe cadere il 8-9 aprile. Semplici bufale o la dimostrazione che qualcosa comincia a muoversi?Gilberto Pichetto, il candidato di Forza Italia, non si scompone: “Mai detto che le primarie non s’hanno da fare, ma resto dell’idea che siano un azzardo sul fronte procedurale e logistico. In ogni caso, chi decide è Berlusconi. E se deciderà in questo senso, mi metterò in azione”. E intato la Lega pressa. Tutti vogliono le benedette primarie. Gli ultimi a ragguagliarlo sono stati Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti. Il Carroccio, per nulla deciso a fare da comprimario, rivendica l’unità della coalizione di tutto il centrodestra. E in tanto Roberto Maroni tuona: “O ci ricompattiamo o riconsegnamo il Piemonte alla sinistra - ha avvertito ieri il governatore lombardo -. Io sono per le primarie, utili per ricompattarci”.
Può mancare un po' di opposizione all' attuale governo? Assolutamente no. Forza Italia denuncia la “rottura del patto”, stabilito con il leader del Pd, di avere al più presto una nuova legge elettorale pronta per l’uso. “Invertire l’ordine tra Italicum e ddl sul bicameralismo contravviene all’accordo”, afferma il capogruppo di FI al Senato, Paolo Romani, richiamando Renzi al rispetto dei patti. A criticare aspramente il segretario del Pd è anche Giovanni Toti: “Mi sembra che Renzi - accusa il consigliere politico dell’ex Cavaliere - abbia preso un vizio da democrazia sovietica: decidere prima nella Direzione del partito, poi dire cosa deve fare al Consiglio dei ministri e quindi portare testi “prendere o lasciare” alle Camere. Ma a questo non ci stiamo”
Centrodestra (quasi) compatto quindi. Chi la spunterà?



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