martedì 25 marzo 2014

Venti di indipendenza. Il Veneto chiede la secessione e in 2 milioni rispondono si



89%. Questa è la percentuale che ha espresso parere positivo al referendum online promosso da Plebiscito.eu riguardo alla richiesta di indipendenza da parte della Regione Veneto. Nemmeno 300mila i no (10,9%) e questo dato assume ancora più importanza se si tiene conto che hanno votato il 73% degli aventi diritto.
Gli organizzatori esultano: "Inizieremo immediatamente a tessere le relazioni diplomatiche per assicurare l'immediato riconoscimento della Repubblica Veneta da parte della comunità internazionale”. “E' la primavera veneta” ha affermato il leader degli indipendentisti Gianluca Busato, sostenendo che quella per l' autodeterminazione del popolo veneto “è una battaglia di civiltà”. Parole e numeri accolti con urla di giubilo e cori di “libertà, libertà!” in Piazza dei Signori a Treviso, dove si sono radunate 4-5000 persone con bandiere di San Marco.
Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord, ha commentato a Padova l' esito del referendum on line: ''L'indipendenza non fa mai male. L'indipendenza e' futuro, speranza, dignita', democrazia a qualunque livello venga coniugata. In Lombardia ho chiesto di fare la stessa cosa. Adesso la palla è in mano alla Regione Veneto, a Luca Zaia e ai consiglieri. Vedremo chi metterà la faccia a favore o contro ad un referendum definitivo e ufficiale. Noi ci siamo". Ed è proprio Zaia, Presidente della Regione, che soddisfatto del risultato referendario dice: "È un ottimo segnale, un segnale di insofferenza, di un sentimento indipendentista che è ubiquitario e attraversa tutte le classi sociali dei veneti. L'indipendenza vale 21 miliardi di tasse che resterebbero qui".
Ma perché i veneziani, uniti al Regno d’Italia dal 1866, dovrebbero voler tornare ai tempi della Repubblica di Venezia (detta la Serenissima)? E' puramente un interesse di tipo economico? O di semplici iniziative stravaganti? No”, spiega con fermezza uno dei responsabili dello scrutinio, “non vogliamo più far parte di un paese in cui nulla funziona e che va diritto contro un muro, senza più interesse per i propri cittadini ne per il loro benessere”.
Alla luce di tutto questo però, bisogna ricordare che è stata una consultazione virtuale in tutti in sensi perché fatta soprattutto attraverso la rete, oltre che con schede raccolte nei gazebo, e 'voti' telefonici, e perché, Costituzione alla mano, non ha alcun valore formale, ne istituzionale.
Eppure il Veneto non è solo. A questa voglia di indipendenza si è unita anche la Sardegna. Una delegazione del Partito Indipendentista Sardo composta dal presidente Doddore Meloni, Cristina Puddu, Felice Pani, Sergio Pes, Roberto Piras e Bruno Delussu, hanno portato alla Corte d’Appello di Cagliari per la vidimazione di legge, 2000 moduli per la raccolta delle firme per indire il referendum sull’indipendenza della Sardegna. La notizia la possiamo trovare anche sul sito della Regione Sardegna dove si può leggere il quesito referendario che recita: ”Sei d’accordo, in base al diritto internazionale delle Nazioni Unite, al raggiungimento della libertà del popolo sardo, con l’indipendenza”?.
Iniziativa analoga anche in Trentino. Oltre cinquemila persone hanno risposto all'invito degli Schuetzen per l'indipendenza dell' Alto Adige e l'annessione all' Austria. Oltre alla Svp, il cui stand è stato letteralmente preso d'assalto dai simpatizzanti di Eva Klotz, hanno aderito Freiheitlichen, Suedtiroler Freiheit, Buerger Union, Team Artioli, Heimatbund ma anche l'Asgb. Centinaia le bandiere bianche e rosse, tantissimi giovani e molti discorsi. Non solo folclore ma tanta politica. Chiaro il messaggio del segretario organizzativo della Svp: “Sarebbe stato sbagliato non esserci”.
Ma quindi che succederà? Siamo davvero prossimi ad uno spaccamento del tricolore? Secondo lo stesso Meloni, leader del Partito Indipendentista Sardo, non vi saremmo poi così lontani. E a chi dubita sulla legittimità costituzionale di un referendum simile (chiaro il contrasto con l’articolo 5 che recita “La Repubblica, una e indivisibile…”) replica citando a sostegno della sua tesi la legge 848 del 17 agosto 1957 che ratifica la carta delle Nazioni Unite e la legge 881 del 25 ottobre del 1977 di ratifica ed esecuzione del Patto di New York del 16 e 19 dicembre 1966.
Allora succederà? Vedremo. Intanto immancabile giunge il commento del comico Maurizio Crozza: "Si è concluso un referendum online in Veneto, e 2 milioni di persone hanno votato per l'indipendenza: un po' come in Crimea... solo che ad Obama non gliene frega niente! ".

Yuri D'Onofrio

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