mercoledì 12 marzo 2014

CRIMEA: L' INVASIONE "A SALVE"


Continua ormai da più di una settimana l' invasione “a salve” (senza sparare un colpo) della Crimea da parte della Russia, sotto lo sguardo impotente di Europa e America. Diciamola tutta, all' Italiano medio poco importa della Crimea e di ciò che vi accade, ma in realtà ha un importanza fondamentale. 
Ma andiamo per gradi. 
Il presidente russo Vladimir Putin ha giustificato l’atto sostenendo che la fine del governo filorusso guidato da Viktor Yanukovich e sostituito da esponenti dell’ opposizione europeista, rappresenta una minaccia concreta per la popolazione di lingua russa presente in quel lembo di Ucraina. Ma come stanno realmente le cose? Basta prendere in mano una carta geografica. Si può infatti notare che la Crimea è una specie di enorme porto naturale sul Mar Nero, quindi chi la controlla a sua volta controlla il Mar Nero. Quest' ultimo ha canali e stretti che portano al Mar di Marmara, Mar Egeo e Mar Mediterraneo. Senza questi passaggi, per arrivare nel Golfo di Taranto, Putin dovrebbe partire dalla Siberia. Una bella comodità dunque. Ma non è tutto. Uno dei tre principali viadotti di gas che riforniscono l' Europa passa proprio per l' Ucraina. Controllando quello si controlla il prezzo del gas. Nel caso dell' Italia, oltre all'apporto di metano, c'è anche un rischo commerciale per alcune big italiche dell'industria tipo Unicredit (con un asset di 3,84 miliardi di euro distribuiti in 435 sportelli) ed Eni, che dall’ anno scorso è impegnata nell’ esplorazione di nuovi giacimenti di petrolio e gas nel Mar Nero ucraino, ma presente già da anni. Senza contare le varie esportazioni verso l' Ucraina di oltre 1 miliardo di euro annui. Conscio di questo, il neo premier Matteo Renzi si è associato alle pressanti richieste della Comunità Internazionale affinché sia rispettata la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Oltreoceano invece provano a fare la voce grossa. Obama ha avuto un colloquio telefonico con Putin, dove lo esorta a cessare l'occupazione in atto. Ma il premier russo, anche se dopo il confronto telefonico ha fatto un passo indietro, sà che le armi degli americani sono spuntate. Possono solo appoggiare il nuovo governo di Kiev a suon di dollari. Denaro che potrebbe cementare il nuovo regime ma non certo evitare che Mosca faccia sentire tutto il suo peso in Ucraina e che, alla fine, si tenga la russofona Crimea con le sue basi navali. Obama inoltre teme che questa “insurrezzione” sia vista dagli stati ostili all' America come un atto di debolezza e quindi una relativa perdita di potere. Cosa che gli americani non possono proprio permettersi, specialmente nei confronti di stati come Iran e Iraq.


Ad oggi l' acquisizione della Crimea da parte della Russia prosegue, e malgrado le varie azioni diplomatiche, Putin continua per la sua strada così come ha fatto per le olimpiadi. E chissà, magari sta già pensando ad introdurre una nuova disciplina olimpica: “invasione stile libero”!


Yuri D'Onofrio

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