Comincia a metà marzo la
corsa alle elezioni europee da parte dell' ex premier. Sostenuto dal
partito ma attaccato dal resto del mondo politico, la marcia verso il
Parlamento Europeo sembra esser cominciata, ma arriva un secco stop
dal commissario UE.
"Sarò
felice di essere in campo nelle cinque circoscrizioni che mi hanno
dato sempre tra i 600 ed i 700mila voti ciascuna. Sono in campo per
avere una sospensione delle pene che mi hanno inflitto. Spero di
avere una risposta dalla Corte europea". E' il 14 marzo quando
il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, rilascia questa
dichiarazione intervenendo telefonicamente a una manifestazione del
partito a Montecatini Terme (Pistoia), in merito alle prossime
elezioni europee. Molto chiaro nell' esporre le sue motivazioni, L'ex
premier continua poi dicendo chiaramente che non si fermerà qui. Non
c'è solo l' Europa quindi nei piani del Cavaliere che con un chiaro
“elezioni tra un anno e mezzo”, parla dell'eventualità di
tornare alle urne prima della scadenza naturale della legislatura.
Rivela infatti di puntare non solo agli indecisi, ma anche agli
elettori del Movimento 5 Stelle che si sono dichiarati non
affezionati ed alcuni addirittura delusi dai risultati del gruppo
pentastellato. C’è
il tempo anche per un attacco ad Alfano, che però non viene citato
direttamente: «I piccoli partiti non ragionano mai guardando
l’interesse generale del Paese. Purtroppo i piccoli partiti - ha
aggiunto - rincorrono solo le ambizioni personali dei loro piccoli
leader». Secca la replica del leader di Nuovo Centro Destra
affermando che questa candidatura a sorpresa è l'ennesima prova che
Forza Italia non ha una linea politica e, testuali parole, non è né
carne né pesce.
"Francamente
ritengo che quello a Forza Italia sia l'unico voto utile": così
Giovanni Toti, parlando a Torino, risponde ad Angelino Alfano che
nella stessa città ha affermato che il voto agli azzurri alle
Europee "è inutile". "Il voto a Forza Italia - ha
sottolineato Toti - serve per dare una voce forte ai moderati in
Europa.
Ma
anche tra i sostenitori di Berlusconi aleggia un certo scetticismo.
C’è
chi interpreta la mossa come un tentativo di galvanizzare
l’ elettorato o
come una tattica della confusione,
con
il Cavaliere pronto ad alzare la tensione mediatica nelle settimane
pre-elettorali, chiedendo che venga sospesa l’applicazione della
Severino, minacciando ricorsi al Tar e attendendo verdetti da
Consiglio di Stato e Corte europea di giustizia. Ma non solo: come ha
spiegato Libero, la candidatura annunciata da Berlusconi agita anche
il gotha del partito, considerato come ci sia il rischio di
invalidare migliaia di voti con la sua decisione.
Tra
questo batti e ribatti mediaco tutto italiano si aggiunge il
commissario UE Viviane Reding che stoppa la candidatura del
Cavaliere, condannato a quattro anni in via definitiva per frode
fiscale, alle elezioni europee del prossimo maggio. “Le regole sono
chiare. Berlusconi è condannato per frode ed è quindi
ineleggibile.”
Secca
la replica di Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze
della Camera: “La Commissaria Reding è stata chiara, come lo
saranno altrettanto i ricorsi e le motivazioni di Silvio Berlusconi”
“Lo
chiede la gente, non si può comprimere questo diritto.” Su questo
punta il blocco che sostiene la candidatura di Berlusconi. Lo farà,
a quanto pare, quando l’ufficio elettorale cancellerà (come è
previsto in automatico) il nome di Berlusconi dalle liste, sempre che
l’ex premier si presenti davvero. Al rientro nella Capitale l’ex
capo del governo ha già convocato il vertice del partito proprio per
riprendere in mano il dossier europee. Per il momento, all'interno di
Forza Italia piovono iniziative: Daniela
Santanchè
sta
raccogliendo le firme per chiedere la grazia al capo dello Stato
(secondo alcuni il Cavaliere sarebbe contento, secondo altri
infuriato); il Giornale che raccoglie le firme a sostegno della
candidatura in Europa; Michaela
Biancofiore
che
ipotizza gente riunita “per fare una class action democratica se
Berlusconi non dovesse essere messo in condizione di candidarsi”.
Ma
tutto questo polverone servirà a qualcosa? Dario
Stefano,
presidente Sel della Giunta delle elezioni e delle immunità
parlamentari del Senato, crede di no: “L’ipotesi di una sua
candidatura è impensabile. Non si tratta neppure di ineleggibilità.
Berlusconi è incandidabile. E se anche gli venisse concessa la
grazia, la situazione rimarrebbe immutata”.
Ma
nessuna marcia indietro si registra da Arcore, anzi l’input dell'ex
premier e di tutto il suo partito è quello di insistere nel portare
avanti la propria candidatura. Una strategia mediatica molto chiara
volta, da parte dell’ex capo del governo in primis, a non spegnere
i riflettori in vista del 10 aprile, giorno in cui il tribunale di
Milano deciderà se affidarlo ai servizi sociali, mandarlo ai
domiciliari oppure in carcere.
Yuri
D'Onofrio
Nessun commento:
Posta un commento